Lettere

La strada e sud e l’impatto paesistico Le valutazioni di Luci Cremona

La Valutazione di Impatto Paesistico, allegata al progetto preliminare della Strada sud, non aiuta a comprendere l’utilità di questa nuova strada, anzi, contribuisce ancor di più ad aumentare i dubbi in merito. In questo studio viene data una valutazione dell’impatto della strada secondo i seguenti termini: ingombro, occultamento (l’oggetto si interpone tra l’osservatore e una veduta particolarmente significativa), incombenza (considera la posizione dell’oggetto entro il campo visivo più o meno centrale e strategica o marginale), risalto (il contrasto ottico fra l’oggetto e il contesto in termini di colore, luminosità, superficie, contorno che ne determina la maggiore o minore visibilità), coerenza (il contrasto semantico, ovvero la maggiore o minore affinità o estraneità linguistica e di significato dell’oggetto rispetto al contesto), accettabilità (indica l’atteggiamento socio-culturale della comunità nei confronti dell’oggetto in sé). Tutto questo applicato alle quattro parti nelle quali è suddiviso il tracciato. Evidenziamo alcune delle considerazioni espresse.

1° tratto: da via Navaroli a via Bosco
Il muro vero e proprio che sarà costruito per sostenere la strada, isolando di fatto la cascina Cascinetta verso il Po, con un ponte di 38 metri per superare il Morbasco, viene definito con ingombro non particolarmente significativo e se il paesaggio cambierà completamente, niente paura, la nuova infrastruttura delinea un nuovo assetto del territorio interferito costruendo nuovi ‘segni’ e con la dotazione arborea di mitigazione s’inserisce nella pianura come nuovo corridoio verde semi-naturale ricordando, nella sua forma, le arginature del grande fiume.

Quindi un miglioramento, avremo sì una strada a due corsie ma anche un nuovo corridoio verde semi-naturale che ricorda gli argini del fiume, proprio quelli che non si potranno più vedere. A questo punto il tecnico si fa prendere dall’entusiasmo, non ha dubbi, l’opera è così bella che sarà accettata senza problemi: la nuova viabilità, risolvendo grossissimi problemi di traffico, all’interno dell’abitato all’inizio potrà essere ben accettata dalla popolazione locale che, col passare di mesi potrebbe tollerare meno un’intrusione così importante nel proprio territorio ma con lo sviluppo delle quinte vegetate, delle siepi, dei filari arborei l’opera potrà essere di nuovo accettata.

Un’analisi sociologica attenta e una valutazione naturalistica professionale: l’opera sarà devastante, ma tanto vi abituerete… Aggiungiamo che giustificare l’accettazione di una strada di tale tipo accennando alla messa a dimora di qualche siepe è anche una presa in giro.

2° tratto: da via Bosco a via San Rocco
Questo tratto risulta, dal punto di vista paesaggistico, secondo questo studio, una noia mortale: ingombro, occultamento e incombenza sono irrilevanti, il risalto è forte ma ben mitigato dalle strutture vegetali di nuovo impianto (le solite siepi…), la coerenza dell’intervento rispetto al contesto risulta irraggiungibile e quindi la nuova infrastruttura delinea un nuovo assetto del territorio interferito costruendo nuovi ‘segni’ antropici, e l’accettabilità è garantita in quanto la nuova viabilità, risolvendo grossissimi problemi di traffico, sarà ben accettata dalla popolazione locale.

Accettabilità garantita per un’opera che darà un’impronta nuova al territorio, che peraltro non è un gran che, qualche albero qua e là e il problema è risolto. E’ strano che così tante persone si stiano mobilitando contro questo progetto…
(FOTO 1 – Veduta poco significativa da Via Diritta)

3° tratto: da Via San Rocco fino alla rotatoria tra Via Giuseppina e Viale Concordia
L’ingombro è poco significativo, l’occultamento è riferibile solamente a costruzioni recenti, l’incombenza è poco significativa, il risalto è forte ma ben mitigato dalle strutture vegetali di nuovo impianto, la coerenza dell’intervento rispetto al contesto risulta irraggiungibile e quindi la nuova infrastruttura delinea un nuovo assetto del territorio interferito costruendo nuovi ‘segni’ antropici, l’accettabilità è garantita in quanto la nuova viabilità, risolvendo grossissimi problemi di traffico, sarà ben accettata dalla popolazione locale.

Anche in questo tratto quindi nulla di particolare da segnalare, accettabilità garantita per un’opera che darà un’impronta nuova al territorio.

Qualcuno potrebbe obiettare che su questo tratto si trova l’Abbazia di San Sigismondo, con la sua zona tutelata, e che quindi la valutazione meriterebbe di essere approfondita, e avrebbe ragione. Nello Studio di Inserimento Ambientale, allegato C, viene infatti chiaramente detto: “Nel 1981 la Regione Lombardia con proprio decreto ha dichiarato la zona compresa tra le vie San Rocco, Diritta, Giuseppina e l?Autostrada A21, di notevole interesse pubblico, accogliendo l’istanza presentata in data 2 dicembre 1975 dalla Commissione Provinciale di Cremona per le Bellezze Naturali. In quella occasione venne riconosciuto finalmente il grande valore paesistico dell’area in considerazione della spontanea concordanza e fusione di un sito naturale, le particolari caratteristiche della campagna cremonese, la monumentale chiesa di San Sigismondo e l’agglomerato urbano adiacente, cioè fra l’espressione della natura e quella del lavoro umano. Con tale atto si sancisce ufficialmente il vincolo paesistico su un’area veramente particolare e pregiata, sfuggita miracolosamente all’espansione urbana del dopoguerra.”

Un valore riconosciuto da tutti ma non da Autostrade Centropadane s.p.a.. Inoltre, la frase citata è presa, con un classico copia-incolla, dal “Piano Particolareggiato del Morbasco, cavo Cerca e cavo Morta” (Comune di Cremona – dicembre 2006), solo che non è completa, la frase infatti termina così (pagina 61): “…sfuggita miracolosamente all’espansione urbana del dopoguerra, la cui unicità non era ancora pienamente recepita a livello della pianificazione urbanistica dell’epoca, visto che il “Piano Costantino” aveva previsto nella versione adottata solo due anni prima (ottobre 1979) il collegamento stradale tra via Flaminia e viale Concordia, previsione infine stralciata dalla Regione in sede di approvazione definitiva.”

Una curiosa omissione.

4° tratto: dallo svincolo della “tangenzialina” all’ingresso dell’inceneritore
In realtà, questo tratto non è collegato direttamente alla nuova opera, anzi, è proprio a se stante, eppure viene inserito nella valutazione.

Essendo lontano dalla città, l’ingombro è poco significativo, l’occultamento è riferibile solamente a costruzioni recenti, l’incombenza è poco significativa, il risalto è forte ma ben mitigato dalle strutture vegetali di nuovo impianto, la coerenza dell’intervento rispetto al contesto risulta irraggiungibile e quindi la nuova infrastruttura delinea un nuovo assetto del territorio interferito costruendo nuovi ‘segni’ antropici, l’accettabilità è garantita in quanto la nuova viabilità, risolvendo grossissimi problemi di traffico, sarà ben accettata dalla popolazione locale. Qualcuno potrebbe obiettare che non si capisce quali siano i grossissimi problemi di traffico risolti in quel tratto, e avrebbe ragione, del resto si tratta di un altro copia-incolla (vedi il precedente 3° tratto), per cui la zona intorno all’inceneritore è valutata uguale alla zona intorno a San Sigismondo.
(FOTO 2 e 3 – Inceneritore e San Sigismondo, nessuna differenza…)

Purtroppo non è finita qui, perché, occorrendo una sintesi, ai vari tratti viene dato un giudizio, e infine una valutazione MEDIA, comprensiva quindi del tratto inceneritore-tangenzialina. Indovinate un po’? Il progetto per la “Realizzazione della Strada di scorrimento a sud di Cremona” è pertanto da ritenersi, nel suo complesso, ad impatto paesistico sopra la soglia di rilevanza ma sotto la soglia di tolleranza. Concludiamo con alcuni passaggi della Valutazione di Impatto Paesistico che meritano attenzione:

La fascia di territorio oggetto di indagine si trova nella parte sud orientale del Comune di Cremona, a ridosso del confine meridionale dell’agglomerato urbano della città, a poca di-stanza (circa 2 km) dal Fiume Po.
L’innesto sulla via del Sale è a nemmeno 900 metri dal Po.

Creazione di nuovi habitat (impatto potenzialmente positivo). A compensazione degli effetti sopra descritti dovuti essenzialmente alla costruzione dei rilevati stradali, esiste un impatto potenzialmente positivo dovuto alla creazione lungo l’infrastruttura di un’area di mitigazione (dune e fasce vegetate) meno sottoposta all’attività antropica. Essa, collegata con le aree del Morbasco, costituisce un potenziamento del corridoio ecologico stesso. Tali ambienti sono spesso rifugio di specie di interesse naturalistico e sviluppano, una fitocenosi strutturalmente più complessa e diversificata delle zone agricole circostanti, rispetto alle quali svolgono funzioni ecotonali.
Cementificazione, ma con impatto potenzialmente positivo

Determinazione di una fascia soggetta a diminuzione della densità della fauna nidificante. Abbassamento della densità di nidificazione in una fascia di 710 m da entrambi i lati della strada. Una fascia boscata lungo la sede stradale può ridurre in larghezza la fascia interessata dal disturbo (460 m) (Ministero dei trasporti e dei lavori pubblici, Olanda; REIJNEN et al., 1995).
Niente male come impatto potenzialmente positivo…

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