Ciclofficina, la nuova convenzione rischia di far sparire l'attività
Era nata nel 2009 come iniziativa del Comune con il finanziamento del Ministero della Gioventù per promuovere, allo stesso tempo, l’imprenditoria giovanile e la mobilità sostenibile. Oggi, la Ciclofficina della stazione ha un futuro incerto legato alla nuova convenzione sottoposta ad Adrian, l’imprenditore che dopo un apposito corso di formazione, si era aggiudicato il servizio. La convenzione che dovrebbe regolare i rapporti tra il soggetto privato e l’Aem (subentrata al Comune) non specifica più a chi competono le spese di energia elettrica ed acqua, a servizio del prefabbricato di fronte alle Poste della Stazione, dove Adrian aggiusta le biciclette e gestisce il bike sharing. Finora è stato il Comune a provvedervi, per importi non certo stellari, all’incirca 1000 euro l’anno. Lo scorso inverno il gelo fece andare furi uso il rubinetto e Adrian rimase un mese senz’acqua. Ma questo è un dettaglio. Più grave è che nella nuova convenzione, non ancora firmata, non sia specificato a chi competa far fronte alle spese. I margini già scarsi dell’attività artigianale, non consentirebbero ad Adrian di proseguire l’attività. Il giovane imprenditore, di origine rumena, ricorda l’entusiasmo con cui si mise in proprio, all’inizio di questa iniziativa: “Ero rimasto senza lavoro e quando ho visto l’opportunità di frequentare il corso, ne ho subito approfittato. Io sono ingegnere meccanico, ma le biciclette sono sempre state una passione”. Grazie a quel progetto, rientrante nel “Piano Locale Giovani Cremona”, Adrian ha avuto l’occasione di trovarsi un lavoro consentendo al Comune di promuovere l’immagine di una città attenta alla mobilità sostenibile. Gli accordi tra ciclista e amministrazione comunale prevedono che il primo si faccia carico della riparazione delle biciclette dei dipendenti con il pagamento, da parte del Comune dei soli costi dei materiali. Tra gli altri compiti, quelli di collaborare con l’ente locale nella promozione delle due ruote presso i giovani e la cittadinanza e nella formazione professionale dei futuri ciclisti. Il forte impulso dato dall’assessore all’Ambiente Francesco Bordi alla mobilità sulle due ruote, con l’iniziativa del bike sharing, (2500 abbonati per utilizzare gratuitamente le bici pubbliche) ha dimostrato quanto i cremonesi siano propensi all’utilizzo della bicicletta. La domanda ora è se anche l’Aem voglia continuare su questa strada.
“La sua chiusura sarebbe un segnale di miopia – afferma Alessia Manfredini, consigliere comunale del Pd – perchè investire sulla mobilità sostenibile e sull’utilizzo della bicicletta significa puntare anche sulla sicurezza del mezzo a due ruote. Per questo chiederò in una prossima interrogazione all’Assessore Bordi, chiarimenti sull’utilizzo dei fondi europei ottenuti con il progetto Vivilacittà, finanziamento superiore a 400.000 euro e perchè non si è pensato di utilizzarlo anche per promuovere un bando pubblico per individuare un gestore per la cicloffina in modo da garantire ai tanti ciclisti cremonesi di un servizio costante per la riparazione delle biciclette.
Da altre parti – continua la consigliera – si aprono cicloffine comunali, ad esempio il Comune di Lodi lo scorso settembre ha realizzato due strutture a ridosso delle Stazione ferroviaria con l’intento di favorire una rete integrata di mobilità dolce, attraverso la fornitura di servizi ai ciclisti in corrispondenza di un essenziale punto di scambio modale promuovendo così l’uso della bicicletta negli spostamenti casa-stazione e/o stazione-lavoro. A Cremona invece si fa il contrario, non valorizzando un’esperienza che, magari con maggiore determinazione, poteva essere implementata con nuove collaborazioni e un nuovo bando pubblico, per avere invece un servizio generico e tutto da definire con Aem”.
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