Cronaca

Commercio, Tencati lascia l'area Lucchini "Meglio aprire in altre città"

foto Sessa

Sempre più drammatica la crisi del commercio in città, non solo nelle vie del centro. In area Lucchini, di fronte alla casa di cura San Camillo, chiuderà a breve Tencati, grande negozio di arredo e biancheria per la casa, uno degli ultimi negozi specialistici rimasti a Cremona. Il motivo? Semplicemente, “Cremona non è più una città commerciale”, spiega la titolare, Alessandra Tencati, che andrà ad aprire altri due punti vendita in altre città. Forte del paragone con Parma, città di provenienza (a San Secondo Parmense Tencati ha il punto vendita principale, su 1000 metri quadrati), non nutre dubbi sull’anti economicità di tenere in vita il negozio di Cremona. “La cosa più evidente – spiega, è la mancanza di passaggio. Non ci sono persone in giro, non c’è passaggio e di conseguenza nessuno entra nei negozi.   Il fatto di avere facilità di parcheggio qui intorno non risolve il problema perchè, appunto, la zona serve esclusivamente come parcheggio o per i residenti, o per gli uffici”. Se in altri momenti storici il calo di clienti poteva essere sopportato per qualche mese o addirittura qualche anno, il perdurare della crisi e la mancanza di prospettive di rilancio, induce  i commercianti a scelte drastiche. Per recuperare i mancati introiti si cercano città più vivaci o  affitti meno cari. “Qui l’affitto non è eccessivamente alto, semmai lo sono le spese di gestione”, commenta la titolare, tornando sul motivo principale dell’abbandono e cioè il confronto con Parma: “Io non frequento molto il centro storico di Cremona, ma so che se nella pausa pranzo un bar in centro a Parma fa 750 scontrini, a Cremona ne farà sì e no 250. E’ questo il segnale che fa riflettere un commerciante”. Tencati aveva aperto il negozio cremonese 7 anni fa. La zona di San Camillo non è certamente sguarnita, anzi, la presenza commerciale al piano terra del condominio sorto sulle ceneri della fornace è sempre stata costante. I tempi però stanno cambiando.

Non ci volevano ricerche di mercato per sondare i motivi della disaffezione dei cremonesi per i negozi cittadini, anche se certamente le indagini a campione offrono molti spunti di intervento sia agli amministratori che agli imprenditori commerciali. Non tutti peraltro sono così negativi riguardo la platea cremonese, come la titolare della camiceria Nara che ha appena traslocato da corso Campi a via Verdi, nell’ex agenzia di viaggi. In questo caso, anzi, la piazza cremonese viene addirittura giudicata più appetibile di quella piacentina. Ma probabilmente si tratta di un’eccezione: le tante vetrine vuote testimoniano della fine di un’epoca, quella dei negozi di vicinato classici, costretti  a inventare nuove formule e a lanciarsi in nuove sfide. Ad esempio l’ampliamento delle fasce orarie di apertura e le aperture domenicali. Ma la lamentela ricorrente è sempre la stessa: “Che teniamo aperto a fare se non passa nessuno?”.

Giuliana Biagi

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