Cronaca

Condannato il rapinatore con tatuaggio sul collo, sei anni e nove mesi

E’ stato condannato ad una pena di sei anni, nove mesi di reclusione e tremila euro di multa, il pluripregiudicato Luigi Esposito, 33 anni, napoletano residente a Castiglione delle Stiviere, nel mantovano, ritenuto l’autore della rapina messa a segno a Cremona al Banco di Brescia il 5 gennaio del 2007. A condannare Esposito, per il quale il pm Fabio Saponara aveva chiesto una pena di cinque anni e duemila euro di multa, è stato il collegio dei giudici presieduto da Pierpaolo Beluzzi (a latere i colleghi Andrea Milesi e Francesco Sora), che ha invece assolto il secondo imputato, Daniele De Rosa, il presunto complice di Esposito. Nei confronti di De Rosa non sono emersi elementi sufficienti per chiederne la condanna. L’uomo è stato assolto per mancanza di prove.

Segno particolare di Esposito, un tatuaggio sul collo a forma di palla di biliardo con disegnato il numero 13 che durante le rapine nascondeva con un cerotto. Il rapinatore è stato riconosciuto con certezza da uno dei testimoni della banca. Oggi in aula il maresciallo capo del Ris di Parma Vincenzo Nobile, incaricato di svolgere una comparazione tra i fotogrammi della rapina e le foto segnaletiche dei due imputati, ha detto che per Esposito è stato riscontrato un “probabile grado di compatibilità”, che corrisponde ad un secondo livello di certezza su quattro, mentre per De Rosa ha parlato di “possibile compatibilità”, il grado più basso di riconoscimento. Entro sessanta giorni sarà depositata la motivazione della sentenza.

Per l’accusa, il loro modus operandi era sempre lo stesso: uno entrava in banca armato di taglierino, si faceva consegnare il denaro e teneva a bada il personale e i clienti, l’altro si occupava che nessuno entrasse e di avvertire il complice di eventuali pericoli, come ad esempio l’arrivo delle forze dell’ordine. Secondo la procura, i due imputati sarebbero gli autori anche di altri colpi avvenuti nel 2006 a Soncino e nel marzo del 2007 a Piacenza, quando erano stati arrestati. Gli album fotografici, gli scambi di informazioni con i carabinieri di Mantova, Brescia, Piacenza, Bergamo e Castiglione delle Stiviere, le testimonianze e i vari riscontri avevano permesso di ritenere che i due fossero anche gli autori della rapina di Cremona.

All’epoca uno dei cassieri del Banco di Brescia aveva reso la propria testimonianza in aula. “Uno dei due era entrato chiedendomi del direttore. Voleva aprire un conto corrente. In quel momento, però, il direttore era occupato, così gli ho chiesto di accomodarsi. Dopo qualche minuto mi ha lanciato una borsina dicendomi che era una rapina e di mettere dentro i soldi”. “Non avevo in cassa il denaro”, aveva raccontato il cassiere durante il processo, “così ho passato la borsina alla collega e lui si è spostato verso di lei. Improvvisamente davanti a me c’era un altro uomo a cui il complice ha affidato la borsina con il bottino, 8.000 euro, per poi darsi alla fuga”. Il testimone aveva ricordato il particolare del tatuaggio: “il primo rapinatore, capelli e carnagione scura, aveva un cerotto sotto l’orecchio”. Nelle foto, il cassiere aveva riconosciuto “al 100%” Luigi Esposito, mentre sull’altro non si era detto sicuro. “Aveva il cappello con la visiera e l’ho visto poco”.

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