Lettere

Pista ciclabile per Cavatigozzi rimandata, indignato

da Agostino Melega

Egregio Direttore,
“Pacta servanda sunt”, “I patti devono essere rispettati”, così affermavano gli antichi Romani, evidentemente gente seria, che sapeva quel che si diceva e non andava in giro per le strade a raccontare balle e a fare delle figure meschine.  Purtroppo, quella, è una massima messa da tempo in naftalina. Perché ormai vi è un uso inveterato di raccontare  bugie, frottole, storie, fandonie, invenzioni, panzane, che vengano usate in modo sistematico ed industriale in tutte le campagne elettorali dell’Italietta recente. Forse, con non poca ingenuità, pensavo fino a tre anni fa, che questa deriva, questo male oscuro non avesse intaccato, come un tarlo, anche le ultime amministrative della nostra città e la schiena robusta del sindaco Oreste Perri.  Ed invece ho dovuto amaramente ricredermi.  E quindi non mi sono meravigliato quando, un paio di giorni fa, è scoppiata l’indignazione di Gabriele Romani, consigliere comunale di Cremona, alla notizia che la promessa costruzione della pista ciclabile per Cavatigozzi è stata rimandata, ancora una volta, all’anno del mai.  Come non condividere il suo sdegno? Come non condividerlo dopo esser stati presenti, a suo tempo, all’incontro pre-elettorale fra il candidato sindaco Perri e la gente del popoloso borgo periferico?  Mi ricordo che quel giorno due cittadini di Cavatigozzi, i signori Tabaglio e Perucca, dissero al futuro sindaco: “Nuàalter vóorum apèena chèla ròba lé”, “Noialtri vogliamo solo quella cosa lì”, intendendo la pista ciclabile, già promessa dalla precedente amministrazione civica, che era stata sostenuta dal loro voto sulla base di un’altra evidente bugia. E così di frottola in frottola, il popolo di Cavatigozzi ha visto la continuità delle due facce di una stessa medaglia. Che fare?

Mi ricordo anche un’altra frase che aleggiava fra quegli elettori non poco delusi dalle mancate promesse precedenti: “Se non ci fanno la pista ciclabile questa volta, noi faremo il referendum per passare sotto il Comune di Sesto Cremonese”. Cosa che sconsigliai allora e che mi permetto di sconsigliare anche adesso, così come mi permetto di suggerire d’evitare la strada dell’astensione dal voto.  Quello che invece gli abitanti di Cavatigozzi dovrebbero mettere in campo alle prossime amministrative è una “Lista unitaria”, la “Lista unitaria della Cava”, con un solo punto in programma: la pista ciclabile, al di là delle suggestioni della sinistra, della destra e del centro, così tanto per evitare di sprecare dell’altra carta e di aggiungere panzane a panzane, come nelle abitudini elettorali degli ultimi dieci anni ed oltre. Certo, questi abitanti “periferici” non devono mollare. Un mio caro amico, abitante a Cremona in via Ciria, ha impiegato infatti quindici anni di puntuali e puntigliose rimostranze, per vedersi accomodare il marciapiede davanti all’uscio di casa. Alla fine, ce l’ha fatta. Ed è quello che auguro pure a Gabriele Romani.

Agostino Melega

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