Economia

Mannheimer conferma: in centro solo anziani e solo con eventi Indagine sul commercio in città Cersi: rimpiante le grandi mostre

Foto Sessa

I centri commerciali vincono sui negozi del centro storico 75 a 55. Per la precisione, il 20% dei cremonesi si reca nelle cittadelle artificiali dello shopping almeno una volta alla settimana, mentre solo l’8% si reca nei negozi del centro con questa frequenza; il 35% vi si reca ogni 15 giorni (17% nei negozi del centro). Globalmente, considerando anche chi vi si reca  “una volta al mese”, il 75% dei cremonesi frequenta i centri commerciali, il 55% i negozi del centro storico.

Antoldi, Auricchio e Mannheimer

Interessanti e meritevoli di approfondimento, i dati presentati nel pomeriggio di venerdì dal professor Mannheimer, nell’ambito della ricerca effettuata dal suo Istituto, l’Ispo, su commissione della Camera di Commercio, nella quale si indagano i motivi di attrattività dell’una e dell’altra forma di vendita al dettaglio, con uno sguardo anche all’on-line. Davanti a una platea composta da molti operatori, associazioni di categoria e da numerosi assessori della giunta Perri (in prima fila la responsabile del Commercio, De Bona), Mannheimer ha tracciato il ritratto di un centro storico che attrae soprattutto persone mature (ultra55enni) e residenti della città, mentre i giovani e gli abitanti dei comuni limitrofi preferiscono nettamente i centri commerciali. 801 le persone intervistate, 500 residenti in città, 300 dei paesi. Il centro di Cremona ha perso attrattiva nei confronti di questi ultimi in maniera impressionante: appena il 4% vi si reca una volta alla settimana e per contro il 20% va al centro commerciale una volta alla settimana. I cremonesi preferiscono di gran lunga il CremonaPo rispetto a CremonaDue: frequentano il primo il 65% dei cremonesi e il 57% dei residenti di fuori città, mentre vanno al secondo circa il 17% indifferentemente dalla residenza. Molta enfasi ha posto Mannheimer sulla risposta data in merito alle abitudini di frequentazione del centro città: quasi la metà dei cittadini (47%) afferma di non frequentarlo mai, percentuale che sale al 58% tra i giovani 18 – 34enni. E anche il 59% (tutte le fasce d’età) dei residenti dei paesi non frequenta mai il centro di Cremona.

I presenti

Per quali motivi, hanno chiesto i ricercatori nelle interviste telefoniche? Il 30% dei residenti in città ha risposto “perché i negozi sono cari” e solo il 13% ha dato la colpa ai parcheggi. Tra i residenti di fuori città le cose cambiano: il 42% dichiara generici problemi di “scomodità” del centro storico, il 18% giudica troppo alti i prezzi praticati, l’11% si lamenta dei parcheggi. Su questo tema, Mannheimer è stato chiaro: “Ho notato una particolarità in questa ricerca cremonese rispetto ad altre città: i parcheggi sono giudicati soddisfacenti da 1 intervistato su tre, il che è molto. Ma chi si lamenta di più dei parcheggi ha anche risposto, nella precedente domanda, di non recarsi mai in centro città. In questo c’è contraddizione quindi evidentemente si tratta di un’insoddisfazione basata sulla percezione”.

Il centro commerciale viene preferito per l’assortimento e la scelta dei prodotti e per il risparmio; il centro storico per la varietà e il piacere di passeggiare. Gli eventi rappresentano un “must” per il centro storico: la Festa del Torrone è motivo di attrazione per il 74% dei cremonesi (67% di chi  risiede fuori città); gli eventi del Natale attirano il 72%; i Giovedi d’Estate il 65%, le Corde dell”Anima il 49%. Tra le vendite online, netta prevalenza degli acquisti di viaggi rispetto a libri e altre merci.

AGGIORNAMENTO – L’INDAGINE CERSI

La seconda parte dell’indagine sul commercio presentata nel pomeriggio di venerdì in Camera di Commercio è stata svolta dal direttore del Cersi, Fabio Antoldi, curatore della ricerca “La competitività delle imprese commerciali della città di Cremona e le loro prospettive strategiche”, condotta tramite un’analisi comparativa tra le strutture del commercio di Brescia, Crema, Lodi, Mantova, Pavia, Parma e Piacenza; interviste a esperti e operatori del settore, focus group con commercianti e con la somministrazione di ben 670 questionari di cui 455 completi ed elaborati.

Gli esiti dell’accurata inagine danno la misura di un settore di fronte alla sfida del rinnovamento:

“In una città che cambia – si legge nelle conclusioni – deve cambiare il commercio: la tensione è frutto dell’azione combinata della crisi economica e di un cambiamento strutturale della città. È necessario elaborare una nuova visione della città, entro cui ragionare anche di attività commerciali”, si legge nelle conclusioni. Il commercio deve saper lavorare in sinergia, aprirsi all’innovazione, catturare l’attenzione dei clienti “con modi e strumenti nuovi, con nuove competenze, con maggiore innovazione e flessibilità”.

Se il commercio oggi soffre è anche a causa di un contesto demografico rivoluzionato: dal 2000 al 2006 i residenti sono progressivamente calati ma l’incidenza degli stranieri è aumentata (erano il 4,6% nel 2002, mentre nel 2011 rappresentano il 15,5%). Negli ultimi trent’anni i residenti di nazionalità italiana sono scesi di 20.000 unità.

Piano di Governo del Territorio (ora nella fase della pubblicazione) e Museo del Violino sono due importanti novità in cui innestare il cambiamento. Il 61,1% degli intervistati crede che il Museo del Violino (MdV) possa contribuire al rilancio del centro cittadino (il 25,27% però non è in grado di dare un giudizio in merito e il 13,63% pensa che non ci saranno benefici sulla città). Solo il 32% però ritiene di poter avere un immediato riscontro economico dal MdV. La stragrande maggioranza degli intervistati rimpiange le grandi mostre di 10-15 anni fa come fattore attrattivo.

Circa gli eventi di animazione della città, la maggioranza dei commercianti afferma di non avere alcun effetto sul giro d’affari del proprio negozio. Le uniche due manifestazioni per cui oltre la metà concorda sull’effetto nettamente positivo sono «Natale in centro» (66,5%) e «Festa del Torrone» (61,6%). Giudizio abbastanza positivo anche per i «Giovedì d’estate» (43,7%), le principali manifestazioni legate al settore liutario (42,2%) e il festival «Le corde dell’anima» (37,5%).

Il mercato ambulante del mercoledì e sabato mattina divide la categoria: è ininfluente per circa il 40% dei rispondenti, ha effetti positivi per il 43,67% di essi e addirittura negativi per il 16,38%.

La viabilità è un problema per molti: 81 commercianti su 100 ritengono troppo cari i parcheggi esistenti, 72 credono che bisognerebbe attivare una navetta di collegamento tra la Fiera e il centro; il 41% è molto d’accordo sul cancellare la Ztl ma il 32 % è d’accordo anche sull’estensione dell’area pedonale. Un consistente 63% vorrebbe sfruttare di più i parcheggi esterni al centro collegandoli con navette.

Giuliana Biagi

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