Cultura

Un tuffo nella Vienna del 1836dopo il restauro del negozio Sperlari con le splendide decorazioni rinvenute

Ha riaperto oggi i battenti dopo il lungo restauro lo splendido negozio Sperlari di via Solferino. Entrando oggi nel negozio sembra di fare un  balzo all’indietro nel tempo di ben  175 anni. L’atmosfera è da vecchia Vienna. Le decorazioni emerse con il restauro, gli splendidi arredi che risalgono al 1836 – proprio durante la dominazione austriaca  – realizzati in stile viennese ma con la mano dei grandi ebanisti cremonesi, il patrimonio della nostra tradizione dolciaria e alimentare esposto(il torrone mandorlato di Cremona, i graffioni, la cotognata, la mostarda di frutta, la “senapata”. . Appena varcata la porta del negozio si ha un tuffo al cuore: davvero si entra nel Cremona di un tempo. Gli arredi sono gli stessi, oggi restaurati magnificamente così i banconi, le scansie e quello strano banco che ha incastrato un organetto per richiamare i clienti a gustare il torrone appena fatto. E poi la rottura di una antica trave ha permesso di scoprire delle splendide decorazioni del Settecento nascoste in un controsoffitto in via Solferino di  “Sperlari, dolci, vini e liquori di classe”. Il progetto di restauro è dell’architetto Michele Bodini. Anche un’altra trave era gravemente lesionata per cui bisognava subito fare immediatamente un piano per il ripristino. Ma il crollo ha messo in evidenza una straordinaria decorazione floreale, probabilmente risalente alla fine del Settecento, che è stata prontamente restaurata e fissata. Ne è andata persa la parte centrale che non ha retto essendo stata dipinta su una copertura in cannucciato. Ma la parte recuperata, realizzata probabilmente dalla stessa mano che aveva decorato le colonne e le volte di altre parti del negozio, rende ancora più affascinante l’insieme. E’ dal 1836 che il negozio vende i prodotti tipici alimentari cremonesi, quando la strada si chiamava ancora “via delle Beccherie vecchie” perchè pur essendo una delle strade mercantili più importanti, con il Marchionis che scorreva nella parte centrale, c’erano soprattutto macellerie. Il negozio esisteva da quando Enea Sperlari fabbricava, nelle splendide cantine a volta,   il suo torrone che poi vendeva ancora caldo nel negozio antistante. Fu il primo imprenditore cremonese a conquistare con il torrone i mercati d’oltreoceano. Nel 1911, visto il grande successo, la produzione  si trasferì in via Traversa dove venne costituito il nuovo stabilimento a vapore per la lavorazione completa di torrone e mostarda..

DAGLI ANTICHI DOCUMENTI LA STORIA DEL NEGOZIO

Nel registro di notificazione dei commercianti del 1850 compare una scritta retrodatata al 1821 in cui risulta che Gian Domenico Curtarelli era già attivo a partire da quell’anno con due attività ben distinte: drogheria (ubicata in via Becherie Vecchie al numero civico 1317) e fabbrica di candele in Contrada della Carità (l’attuale Via Faerno). Dai registri delle Università dei Mercanti emerge che nel 1804 in Via Beccherie Vecchie al numero civico 1335 veniva esercitata un’attività commerciale, si trattava anche in questo caso di una drogheria, la cui firma sull’apposito registro era a nome Luigi Corvi e compagno; il mistero del compagno è presto risolto: la firma è di Domenico Curtarelli.
La notizia successiva è datata 2 luglio 1804: Corvi si trasferisce in Via Beccherie Vecchie al numero 1317.
Accanto a questa iscrizione nel Registro delle Imprese c’è il rimando a una variazione datata 26 gennaio 1810, controllando il relativo documento si viene a conoscenza del fatto che Curtarelli lascia l’attività commerciale svolta sino a quell’anno con il Sig. Luigi Corvi.
Il medesimo Corvi cesserà la sua attività commerciale nella sede di Via Beccherie Vecchie il 5 febbraio 1811 per poi trasferirsi in Contrada di Porta Margherita (l’attuale Corso Pietro Vacchelli) e continuare qui l’attività di droghiere.
Le tracce dell’attività di Domenico Curtarelli, invece, ricompaiono nell’anno 1821: non solo, come già detto, preleva l’attività di Via Beccherie Vecchie fino all’acquisizione ufficiale dell’intera bottega nel 1836, ma il dato che sorprende di più è che nell’ottobre del medesimo anno Curtarelli apre un’altra bottega di “droghe e fabbrica di torrone e mostarda” in Contrada Bottone al n. 416 (al giorno d’oggi corrisponderebbe alla prima parte di Corso Campi).
La figura del Curtarelli, dunque, spiccava per le preziose doti imprenditoriali che gli consentirono di mantenere contemporaneamente due attività commerciali nel medesimo campo di attività, nella medesima città, a pochissima distanza e di entrare in possesso della bottega di Via Solferino da cui poi avrebbero preso le mosse la storia di una delle fondamentali realtà storiche e tipiche delle realtà cittadina.
Considerando con maggior attenzione il passaggio di proprietà della bottega dalla famiglia Legati a Domenico Curtarelli, notiamo come l’atto notarile della voltura catastale del 1836 sia particolarmente interessante e al tempo stesso ci dà l’idea di come venissero trattate le pratiche all’epoca.
La data ufficiale riportata dall’atto è martedì 13 giugno 1836, ciò si può evincere con chiarezza sia dalla pagina iniziale sia dalla pagina finale in cui si possono distinguere le firme del venditore – Luigi Legati, dell’acquirente Domenico Curtarelli, di due testimoni e infine l’autorevole firma del notaio che dà perenne autorità all’atto stesso. Il numero dell’atto, altrettanto leggibile nella prima pagina in alto, è il numero 7446. Le tappe successive all’acquisizione del negozio Sperlari da parte di Domenico Curtarelli sono altrettanto avventurose e concitate.
Queste tappe sono per fortuna ricostruibili grazie all’iscrizione nel Registro delle Imprese, come già accennato in precedenza a pagina 8.
Nel 1864 Domenico Curtarelli, già proprietario della bottega, decide di prendere in società Augusto Fieschi, il quale tre anni più tardi rileverà totalmente l’attività.
Dalla metà del XIX secolo fino al 1911 l’attività e la bottega verranno gestite dal solo Enea Sperlari, il quale si farà carico di una ulteriore rilevante modifica alla facciata del negozio.
Infatti, come ben si evince dalla richiesta indirizzata alla Giunta Municipale, datata 12 maggio 1888, Enea Sperlari medesimo chiede di poter apportare delle modifiche alla “fronte del negozio in Via Beccherie Vecchie e dare allo stesso un aspetto più elegante e più ricco”
Nella medesima richiesta di autorizzazione compare la notizia di voler “ripristinare e rinfrescare tutta la facciata della casa in Via Beccherie Vecchie, mantenendo però le stesse corniciature”
Altra novità a cui prese parte il lungimirante e innovativo Enea Sperlari era l’avvento della luce elettrica in Via Solferino nel 1886; a partire da quell’anno, infatti, in alcune delle vie principali della città vengono messi in atto i primi tentativi di illuminazione elettrica. La grande e dinamica personalità imprenditoriale di Enea Sperlari e la qualità e la genuinità dei prodotti da lui proposti conquisteranno anche uno dei personaggi più famosi del panorama musicale italiano, Giuseppe Verdi, che, come è emerso più volte dal carteggio scambiato con amici, non esita a rivelare la sua autentica passione per i prodotti tipici di Cremona e in particolare per i dolci tra cui spicca il torrone. La storia del negozio Sperlari assume un importante risvolto negli anni ’20 del ‘900, quando Guido Cervi e la moglie Rosa Bragutti subentrano, a Enea e a Carlo Sperlari, nella gestione del negozio, dando un fondamentale contributo alla fama della bottega e alla qualità dei prodotti che vengono in essa venduti a clientela locale, da sempre affezionata alla tradizione del negozio Sperlari e al savoir fair dei proprietari, e a clientela di ampio raggio, tra cui si annoverano turisti provenienti da altre regioni d’Italia e turisti stranieri attratti dall’immensa ricchezza non solo culturale, ma anche gastronomica della città. Il legame che univa Guido Cervi, padre di Giancarlo Cervi, a Enea Sperlari risaliva a molti anni prima, infatti i due erano compagni di scuola; questo legame si intensifica quando i due iniziano a lavorare assieme e ancora di più quando il commendator Carlo Sperlari, figlio di Enea, assunse Guido Cervi come direttore del negozio, estremamente conscio delle qualità e delle abilità professionali dell’amico di famiglia. Nel 1935, dopo l’acquisizione della licenza, Guido Cervi decide di intestare l’esercizio alla moglie Rosa Bragutti, madre di Giancarlo, Franca e Marialuisa – quest’ultima madre di Carlo e Laura Vittori – attuali proprietari. Il negozio Sperlari vanta anche un altro primato: la più antica licenza commerciale della provincia di Cremona, datata 10 ottobre 1835, concessa dalla Camera di Commercio di Cremona ai fini dello svolgimento dell’attività della bottega.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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