Si sfascia il Consorzio liutai StradivariLa Cna non parteciperà più:«Percezione miope dei gravi problemi della liuteria cremonese»
Un altro duro colpo alla liuteria cremonese. Si sfascia il Consorzio Liutai A.Stradivari alla vigilia del possibile riconoscimento dei violini cremonesi come patrimonio immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco e a otto mesi dall’inagurazione dell’unico museo al mondo del violino. E lo fa la Cna con una lettera durissima indirizzata al presidente Gian Domenico Auricchio. “Non possiamo far altro che dichiarare compromessa l’esperienza di questa Associazione (la Cna, ndr) nell’attuale Consorzio Liutai A.Stradivari, essendo venuti a mancare gli elementari presupposti su cui è nato e su cui lo statuto fondava le sue basi, ossia la tutela della liuteria cremonese”. E giù accuse di mancate risposte, di elusione delle domande e degli interrogativi lasciati cadere nonchè “la percezione miope sull’importanza di rispondere ai molti quesiti posti e da noi più volte rimarcati, rimasti senza risposta”. “L’atteggiamento elusivo è l’evidente volontà di lasciare le cose come stanno”. “Un prodotto marchiato (poco) in forma volontaria, autocertificato, che al massimo dice che è stato fatto a Cremona. L’effetto prodotto sul mercato è che il marchio, nonostante gli ingenti investimenti pubblici erogati per la sua valorizzazione in questi anni, non è riuscito a creare plus valore alla produzione degli strumenti cremonesi”.
Ed ancora si legge nella nota a firma del presidente della Cna provinciale, Massimiliano Montani “Queste contraddizioni non rendono giustizia al bisogno di tutela vera ed autentica di promozione della liuteria cremonese che invece merita una risposta incisiva, inequivocabile, senza possibilità interpretative o confusioni”. Nella lettera si dice poi che, nonostante le ingenti risorse investite, non ci sono state azioni atte a invertire la tendenza al declino. Soprattutto, si dice nella durissima lettera che forse segnerà una svolta nella storia e nelle attività commerciali della liuteria cremonese, non sono state tutelate la certezza e la trasparenza su alcuni punti irrinunciabili: “chi ha prodotto lo strumento è un artigiano e appartiene ad una bottega cremonese; lo strumento è unico e prodotto con le proprie mani; la quantità prodotta di strumenti del singolo liutaio è certa e certificata; lo strumento prodotto si rifà ai canoni della scuola cremonese. In questo riteniamo che il Consorzio abbia fallito la sua missione di tutela dell’originalità della produzione di strumenti musicali cremonesi”.E poi la Cna rincara la dose su un vecchio tasto mai risolto che è quello della produzione “non artigiana e non locale” che si attuerebbe in alcune botteghe di Cremona. “La liuteria cremonese ha bisogno che con trasparenza e con fermezza si determinino le condizioni perchè senza ombra di dubbio: gli strumenti vengono prodotti a Cremona; la certificazione passi da una certificazione degli strumenti alla certificazione e tutela del costruttore; tutti gli strumenti prodotti dal liutaio sono certificati ovvero tutti gli strumenti prodotti dal liutaio sono documentalmente prodotti in proprio; i protocolli di applicazione del marchio sono verificati in modo serio e scupoloso”.
“La Cna di Cremona – si legge ancora nel documento dei liutai iscritti all’Associazione e della presidenza provinciale di Cna – non intende rendersi responsabile di questa situazione e ritenendo che non vi siano più i margini per poter imprimere una seria inversione di tendenza, si dissocia dalle iniziative e dalle attività che vengono perseguite nelle condizioni sopraddette. Per questo non sottoscriverà più i progetti proposti dalla camera di Commercio di Cremona per la liuteria cremonese e, pur rispettando la libera scelta di partecipare al Consorzio da parte dei singoli liutai si asterrà dal portare il proprio contributo”.