Cronaca

Elezioni, il Comune stanzia 397mila euro Tra straordinari e cartelloni obbligatori E il 'voto elettronico' arenato nel 2006

Quanto costeranno le elezioni politiche e regionali del 24-25 febbraio? Il Comune di Cremona ha deliberato un impegno di spesa di 397mila e 400 euro, sulla base delle somme impiegate nelle elezioni precedenti. Una cifra rimborsata dallo Stato per le politiche e dalla Regione per le regionali, ma che al suo interno racchiude spesso spese prive di senso e sprechi di soldi pubblici.
Secondo la normativa ogni comune italiano (dal comune capoluogo come Cremona ai più piccoli) nei 20 giorni precedenti il termine di presentazione delle liste di candidati – ossia da sabato 5 gennaio e giovedì 24 gennaio – è obbligato a tenere aperti gli uffici elettorali non meno di 10 ore giornaliere dal lunedì al venerdì e 8 ore il sabato e la domenica. Ore ridotte di metà nei Comuni con meno di 3mila abitanti. Uffici aperti ininterrottamente anche venerdì 25 gennaio (dalle 8 alle 20) e sabato 26 gennaio (dalle 8 alle 12) ed eventualmente domenica 27 gennaio.
Le fasce orarie sono a discrezione del singolo Comune: per quello di Cremona ufficio elettorale aperto sabato dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 18 e domenica dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 18. Questo per garantire a partiti e candidati di ottenere (entro 24 ore dalla richiesta è il termine stabilito per legge) il certificato di iscrizione alle liste elettorali per la presentazione delle liste. Così, uffici aperti con utenze sfruttate e soprattutto con personale in straordinario che turna per coprire tutte le ore. Per cosa? Afflussi nei piccoli comuni spesso quasi nulli, soprattutto nella giornata di domenica. Qualcuno in più nei comuni capoluogo come quello di Cremona.
Nei 397mila euro rientrano anche le spese per il materiale e le attrezzature, oltre al personale dell’ufficio economato che allestisce le 74 sezioni elettorali del Comune e quello della Polizia Municipale per le operazioni legate alla sicurezza. La Prefettura ha comunicato al Comune il limite massimo di ore per il personale: 70 ore a gennaio, 70 a febbraio, 58 a marzo per le operazioni post-elettorali. Altro capitolo di spesa quello relativo ai manifesti di convocazione dei comizi elettorali (con cui il sindaco comunica ai cittadini giorni e orari della votazione) che i Comuni sono obbligati a stampare e affiggere in giro per la città, non solo a pubblicarli on-line sull’albo pretorio.
Tutto questo è compreso nei 397mila e 400 euro stanziati dal Comune e rimborsati, che alla fine devono essere eventualmente ridotti nel consuntivo della spesa. La nota arrivata dal Governo raccomanda alle amministrazioni di non sforare il budget e di stare attenti agli orari straordinari dei propri dipendenti. Per avere un’idea dei costi finali: nel 2010 le elezioni regionali che hanno incoronato Formigoni sono costate a Cremona 352mila e 135 euro: 330mila 754 euro rimborsate dalla Regione, 11mila 394 a carico dello Stato e 9mila 986 di quota non rimborsabile presa dalle casse comunali.
E il voto elettronico? Nel 2006, in occasione delle elezioni politiche del 9 e 10 aprile, il Comune di Cremona – unico in Italia – ha sperimentato in quattro seggi elettorali l’espressione della preferenza a livello informatico. Agli elettori era stato chiesto, dopo aver votato con voto tradizionale (schede), di ripetere la propria scelta in forma elettronica, in una cabina informatizzata con la semplice pressione di un dito sul simbolo prescelto seguito da analoga pressione sul pulsante rosso ‘conferma il voto’. Una sperimentazione pagata dalla ditta olandese Nedap N.V.Election System che offriva un contributo allo snellimento delle procedure di identificazione dell’elettore e di scrutinio, all’azzeramento dei margini di errore nel conteggio dei voti, alla possibilità di conoscere in tempo reale i risultati delle consultazioni e soprattutto a un risparmio in termini di personale impiegato e di carta utilizzata per le schede e per le procedure. Un’iniziativa all’avanguardia che aveva ottenuto il nulla osta dal Ministero e che si inseriva nel progetto di innovazione tecnologica del Comune. Ma si è arenata nel 2006.

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