Lettere

Acqua, accordo tra Pd e Lega impedisce ai Comuni di decidere

da Giuseppe Trespidi (Udc)

Con la votazione della mozione della Lega da parte del Pd in Provincia si va formando una “strana” maggioranza almeno per quello che riguarda il modello di gestione del servizio idrico integrato. La cosa potrebbe stupire, scandalizzare o lasciare indifferenti a seconda di come si osservi e si valuti la situazione che si è determinata. Quello che mi stupisce è che Lega e Pd si sono trovati d’accordo nell’impedire alla Conferenza dei Comuni di pronunciarsi sul Piano d’ambito e sul modello di gestione. Il far pronunciare la Conferenza dei Comuni e l’adozione in via sperimentale fino alla fine del 2014 del modello di gestione “in house” era l’intento della mozione – bocciata dal Consiglio provinciale – presentata dall’UDC. Ritenendo che con l’adozione di una simile decisione si faceva un primo passo verso la ricostituzione di un percorso democratico, bruscamente interrotto, che consentisse a chi rappresenta il territorio – i Comuni con i rispettivi Sindaci e Consigli comunali – di esprimere la volontà dei Cittadini che li hanno eletti. Il ripristino del percorso democratico del processo di affidamento del servizio, partendo dalla proposta fatta dal CdA dell’Ufficio d’ambito, avrebbe consentito ai Comuni di rilegittimare il proprio ruolo nel Servizio Idrico Integrato. Invece Lega e Pd – assertori “convinti” che deve essere la base a decidere oppure ad orientare le decisioni – han fatto l’esatto contrario. L’operato della Lega e del Pd può essere configurato come un blitz nel vero senso del termine. Ma a questo punto i Comuni, che con la votazione in Consiglio provinciale di ieri nei fatti sono stati espropriati del loro diritto-dovere di esprimere il proprio parere vincolante, anziché fare ricorsi al TAR per far decadere la delibera del CdA dell’Ufficio d’ambito oppure far pervenire in Consiglio provinciale lettera di adesione alla decisione del predetto CdA, perché tutti insieme non chiedono di ripristinare il modello decisionale democratico previsto anche dalla legge? È pur vero che la vera decisione sarà quella dell’approvazione del Piano d’ambito e del modello di gestione da parte del Consiglio provinciale per cui il tempo per rientrare dal corto circuito che si è prodotto c’è. Ma i Presidenti Leni e Salini sapranno decidere insieme di convocare l’Assemblea dei Comuni al fine di farla finalmente esprimere? Se ciò avvenisse Lega e Pd interverranno ancora chiedendo ai “loro” sindaci di non partecipare all’assemblea? E in questo caso come reagiranno i Cittadini che in tal modo non saranno rappresentati nei momenti decisionali?

Giuseppe Trespidi
Segretario Provinciale UDC

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