Papa Francesco artigiano della pace
Il ricordo di Giacomo Ghisani

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Rammarico per aver perso un punto di riferimento per tutto il mondo cattolico, ma anche l’amarezza personale di chi fu scelto da Papa Francesco in un ruolo apicale del dicastero della Comunicazione. E’ la prima riflessione che sorge spontanea a Giacomo Ghisani, cremonese, per lungo tempo in Vaticano e attualmente responsabile Economato della Diocesi di Cremona, a due giorni dalla morte del Santo Padre. Nell’intervista realizzata negli studi di CR1 nella trasmissione “Punto e a Capo”, ha parlato del ruolo di riformatore svolto da Bergoglio; accanto a lui don Michele Martinelli, originario di Orzinuovi e formatosi nel Seminario di Cremona, attualmente assistente centrale del settore Giovani di Azione Cattolica Italiana.
“Papa Francesco – ricorda don Martinelli – è una figura di riferimento per tutta l’Azione Cattolica, che ha avuto in lui un sostegno e una particolare predilezione. Viviamo un’esperienza di grave lutto, ci sentiamo privati di una figura molto vicina sia all’Azione Cattolica in senso generale che particolarmente ai giovani per i quali il Papa ha sempre avuto un occhio di riguardo. L’anno scorso, proprio il 25 aprile, eravamo in piazza S.Pietro con lui per l’assemblea di AC e lui aveva rilanciato la tematica dell'”abbraccio” consegnando all’Azione Cattolica la missione di apripista per questa Chiesa che si sta riformando, anche in corresponsabilità sempre più grande dei laici nell’essere ambasciatori di Cristo nel mondo di oggi”.
“Come ha detto Don Michele – afferma Ghisani – la valorizzazione del laicato è nelle corde di AC, ma è anche segno di una maturazione all’interno della chiesa, riguardo a quello che è il ruolo dei laici non soltanto nella società ma anche nelle strutture più propriamente ecclesiastiche. Il fatto di avere avuto per la prima volta un capo dicastero laico in un posto tradizionalmente cardinalizio è una grandissima scommessa che il Papa e attraverso di lui la Chiesa, sull’onda lunga del Concilio Vaticano II, sta compiendo nei confronti dei laici, uomini e donne: il Papa ha riformato altri dicasteri della curia romana ponendo a capo delle donne”.
L’apertura ai laici “non è stata una manifestazione di sfiducia nei confronti della curia. E’ evidente che in tutte le organizzazioni complesse con una lunghissima storia alle spalle ci sono tensioni e opacità. Aver scelto figure laicali a capo di dicasteri importanti significa andare incontro a un desiderio di rinnovamento che parte da lontano, dalla grande scommessa fatta dal Vaticano II di riconoscere al laicato compiti che sono anche di governo”.
“Avvicinare sempre di più anche chi ha ruoli di un certo spessore alla verità della gente”, aggiunge don Martinelli a proposito di un tratto distintivo del pontificato di Francesco. “Mi è capitato più volte di essere in piazza san Pietro per il rosario in questi giorni della sua malattia e lì non c’era nulla dell’apparato ma solo il desiderio della gente di unirsi in preghiera per il Papa, tutti, vescovi e popolo. Un Papa in grado di capire e conoscere quello che vive la gente nella propria quotidianità. Questo è il capitolo che ha fatto tanto amare Papa Francesco. Leggo così anche le sue ultime ore di pontificato: poche uscite ma mettendo l’accento ai suoi punti di riferimento: attenzione ai poveri, ai malati, ai carcerati”.
“Un Papa artigiano di pace – aggiunge il sacerdote – che ha cercato di intercedere il più possibile, tendendo una mano a chi si trovava da un punto all’altro del pianeta. Come Azione Cattolica cerchiamo di raccogliere questo messaggio e di rilanciarlo. Con questa espressione, “la Chiesa della periferia”, papa Francesco ha effettivamente fatto diventare le periferie il centro dove spendersi”.
GUARDA QUI LA PUNTATA INTEGRALE DI PUNTO E A CAPO DEDICATA A PAPA FRANCESCO