Quando Papa Francesco
arrivò a Bozzolo: il ricordo

Era l’alba del 20 giugno 2017 e Bozzolo sembrava trattenere il respiro. Un paese blindato, ancora addormentato, quasi irreale nella sua quiete. Ma bastava osservare oltre l’apparenza per cogliere la gioia dell’attesa: nei vicoli deserti qualche volontario già in movimento; alle finestre, volti appena svegli che sbirciavano, quasi a chiedersi se fosse davvero tutto vero.
Lo era. Quella mattina Papa Francesco avrebbe fatto visita a Bozzolo, alla tomba di don Primo Mazzolari, “il parroco d’Italia”. Un evento storico, carico di significato, per tutta la diocesi di Cremona e per ogni uomo e donna, di fede e non.
Io e Federica sembravamo due giovani esploratori. Gioiosi e carichi di emozione, consapevoli della gioia di poter vivere quella giornata storica. Ci siamo posizionati dietro le transenne e abbiamo aspettato.
Piano piano la piazza ha iniziato a riempirsi. Prima gruppi piccoli e silenziosi, poi famiglie intere, le scuole, gli oratori, sacerdoti, suore, colleghi giornalisti.
Ricordo l’attesa, i volti, la compostezza. Non era una folla caotica: era una comunità raccolta, già quasi in preghiera, che avrebbe vissuto una giornata destinata a restare nella storia.
Quando il Papa è arrivato la commozione è stata incontenibile.
Una emozione così forte da rendere quasi impossibile distinguere – e ricordare – le sue parole. In quella piazza sembrava esserci tutto il mondo, sembrava che il tempo si fosse fermato.
Sono passati quasi otto anni. Ma quella giornata è rimasta impressa nella memoria della comunità, della diocesi, di chi c’era e di chi seguì quei momenti in tv.
Oggi che Papa Francesco ci ha lasciati, quel ricordo torna come una carezza.
Giovanni Rossi