Tariffa rifiuti più salata nel 2025
Ma il Comune argina i rincari

Scattano gli aumenti sulla tariffa rifiuti per quest’anno, la Taric – dove C sta per corrispettiva – a causa di un adeguamento obbligatorio disposto da Arera per consentire ai gestori (per Cremona Aprica, società del gruppo A2A) di recuperare l’inflazione relativa al 2023, all’epoca molto elevata. Per il Comune di Cremona questo comporta un aumento del 9,3% del costo del servizio nel 2025 rispetto al 2024, con la conseguenza che è stato ridefinito il Piano Economico Finanziario.
Dai poco più di 10 milioni di euro che era il costo di raccolta e smaltimento rifiuti (voce che include anche lo spazzamento strade) si arriva quindi nel 2025 a poco meno di 11 milioni di euro, che tuttavia andranno a gravare solo in parte sulle bollette che arriveranno a casa: in media il 4,7% in più per le utenze domestiche e il 5,9% per le altre.
Questo – ha spiegato l’assessore all’Ambiente Simona Pasquali martedì nella Commissione Bilancio presieduta da Daniele Bonali lo scorso martedì -per effetto di una “campagna serrata contro l’evasione, contro le dichiarazioni errate o mendaci relative alle metrature e grazie alle sanzioni sugli abbandoni dei rifiuti”. Ma anche grazie a una ricalibratura della parte corrispettiva che compone la tariffa, l’unica vice fra le tre che compongono la tariffa, sulla quale il Comune può intervenire. “E’ quella parte che misura effettivamente la capacità del cittadino di fare la raccolta differenziata e include un certo numero di ‘svuotamenti annui’ garantiti del rifiuto secco”, quello per intenderci, che dal 2023 è stato conferito nei sacchi blu con chip, sostituiti poi dai mastellli grigi e nei grandi condomini dai contenitori che si aprono con tessera.
“La sperimentazione condotta negli ultimi due anni – aggiunge l’assessore – ci ha mostrato che i ‘minimi garantiti’, cioè il numero di conferimenti di rifiuto secco già inclusi nella tariffa, erano nella realtà molto inferiori a quelli previsti inizialmente”. In altre parole, i cremonesi espongono il rifiuto secco con una frequenza inferiore rispetto a quello che le stime avevano previsto: il 30% in meno per le utenze domestiche e il 10% in meno per quelle non domestiche.
“La proposta che abbiamo quindi portato in commissione – spiega ancora Pasquali – è stata quella di ridurre i minimi garantiti pagati da parte del cittadino, dal momento che i consumi reali si sono attestati a meno della metà: quindi ad esempio, i contribuenti che ne avevano 15 già inclusi in tariffa (famiglie con 4 componenti) ne avranno invece 8 e quello che verrà eventualmente prodotto in più verrà pagato con il saldo”.
Confermate tutte le detrazioni già previste (anziani e famiglie numerose) e mantenute quelle per il Terzo Settore, con in più l’estensione alle associazioni d’arma e combattentistiche.
Il nuovo regolamento ha inoltre modificato l’articolo 30, con l’individuazione, quale responsabile delle sanzioni, non più del gestore ma del dirigente comunale del Settore Entrate che quindi comminerà direttamente le sanzioni. Lo stesso articolo spiega nel dettaglio le modalità degli eventuali ricorsi.
Non ci saranno più importi da un minimo a un massimo per le sanzioni, ma queste saranno secche: riguardano 8 tipologie di comportamenti, tra cui abbandoni, dichiarazioni non veritiere, mancato ritiro dei dispositivi, verifica dei conferimenti del secco: “Se un contribuente – concude Pasquali – non conferisce nemmeno un sacco all’anno di indifferenziata, è ovvio che c’è qualcosa che non va. Il fraintendimento iniziale è stato forse quello di pensare che se non si produce rifiuto secco non ci fosse nulla da pagare”.
La nuova Taric verrà votata in una successiva commissione il 22 aprile; quindi in Consiglio Comunale nell’ultima seduta utile, il 30 aprile.
Giuliana Biagi