Contenimento cinghiali:
intervento tra tre province
Domenica si è svolto a Isola Serafini il primo coordinamento congiunto delle polizie provinciali di Cremona, Lodi e Piacenza, finalizzato al contenimento della popolazione dei cinghiali.
Per affrontare la complessità del territorio, si è resa necessaria un’azione sinergica che ha coinvolto anche cacciatori formati, impiegando la tecnica della “girata”. Quest’ultima prevede l’utilizzo del cane limiere, un animale da fiuto capace di individuare i cinghiali nascosti nella vegetazione.
“Questa attività si inserisce in una più ampia e strutturata azione di prevenzione per evitare lo sviluppo della PSA, la peste suina africana, nel nostro territorio” ha spiegato Paolo Trentarossi, coordinatore del nucleo ambientale della Polizia provinciale di Cremona.
Nel 2024, sul territorio cremonese sono stati abbattuti 311 cinghiali. “Dall’inizio di quest’anno, ovvero dal 1° gennaio ad oggi, ne sono già stati abbattuti circa 35″ ha aggiunto Trentarossi. “La riduzione della presenza del cinghiale rappresenta un segnale importante del lavoro che stiamo portando avanti per prevenire presenze massicce e potenzialmente pericolose”.
Tra i compiti della Polizia provinciale rientra anche il recupero della fauna selvatica. Proprio nella giornata di domenica è stato recuperato un capriolo in area suburbana, nella zona della tangenziale di Cremona. Un’operazione non rara: gli interventi per il salvataggio o il recupero di animali in difficoltà, spesso coinvolti in incidenti, sono ormai all’ordine del giorno.
“Negli ultimi anni assistiamo a un incremento della fauna selvatica prima poco presente sul nostro territorio” ha spiegato ancora Trentarossi. “Parliamo di ungulati come caprioli e cinghiali, specie tipiche della fascia piacentina o comunque di zone non propriamente nostre. Ma anche la presenza dello scoiattolo e, più recentemente, del lupo”.
Proprio il lupo è stato avvistato più volte nella zona del Casalasco, ma anche a ridosso del territorio cremonese. “Le segnalazioni sono una ventina in tutto” ha precisato Trentarossi. “C’è da dire che il lupo, essendo al vertice della catena alimentare, svolge un’importante funzione di contenimento della specie nutria. Spesso nello stomaco degli esemplari rinvenuti morti a seguito di incidenti stradali vengono ritrovate parti di roditori, soprattutto nutrie”.
Silvia Galli