Cronaca

Minori sequestrati, picchiati e
minacciati: in quattro dal giudice

Due hanno patteggiato, mentre gli altri due sono stati rinviati a giudizio

Il 27 febbraio del 2023, dopo aver obbligato due minorenni di 14 e 17 anni a salire in auto, li avevano condotti all’interno di un garage, chiudendoli dentro per mezz’ora. Li avevano anche minacciati e percossi, e quando li avevano liberati, era stato imposto loro di non raccontare nulla. Altrimenti, li avrebbero ammazzati.  E invece, una volta liberi, i due ragazzini, seppur terrorizzati, avevano raccontato tutto ai loro genitori.

In quattro, tutti all’epoca posti agli arresti domiciliari, sono finiti davanti al giudice per l’udienza preliminare con le accuse di sequestro di persona, violenza privata, lesioni e minacce. Due giovani di 20 e 21 anni sono stati rinviati a giudizio, e per loro, ritenuti i più violenti, il processo si aprirà il prossimo 17 giugno, mentre gli altri due, una 24enne e un 23enne, hanno patteggiato. Per il pm, quella mezz’ora di privazione della libertà è un tempo sufficiente per costituire il reato.

L’avvocato Alquati

La ragazza ha patteggiato un anno e nove mesi senza la sospensione condizionale della pena, beneficio invece concesso all’altro giovane, assistito dall’avvocato Carolina Valsecchi. Nel caso della 24enne, difesa dall’avvocato Carlo Alquati, il reato di violenza privata è stato ricondotto nel sequestro di persona, mentre per le percosse si andrà davanti al giudice di pace. Entrambi gli imputati che hanno patteggiato hanno anche risarcito le vittime, nel frattempo diventate maggiorenni. Uno dei ragazzini è parte civile con l’avvocato Doriano Aiolfi, mentre l’altra parte è stata rigettata.

Tutti i ragazzi, residenti in provincia di Cremona, attualmente liberi, facevano parte di una nutrita compagnia. Con i due minorenni c’erano state delle incomprensioni: gli imputati li accusavano di essersi comportati male con una ragazza del gruppo. E li volevano punire. Spesso la compagnia si ritrovava nei pressi dell’abitazione della 24enne che ha patteggiato.

Suo, il garage dove i due minori erano stati sequestrati. Prima e durante erano stati percossi con pugni, calci e schiaffi in testa, in pieno volto e su tutto il corpo, minacciati di morte, e per intimidirli era stata mostrata loro una scacciacani. La pistola era stata puntata contro di loro, alla testa, tenendo il grilletto premuto. Uno dei ragazzini era stato anche colpito con il calcio dell’arma.

“La mia assistita”, ha spiegato l’avvocato Alquati, “dopo cinque mesi di arresti domiciliari, ha recuperato la libertà in modo graduale, si è messa in riga e ha trovato un lavoro. Ha capito di aver sbagliato, ha capito il disvalore sociale di ciò che ha fatto. Non immaginava che le conseguenze del gesto di minacciare e di togliere la libertà a una persona, anche solo per mezz’ora, fosse così grave”.

Sara Pizzorni

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