"L'ultimo inverno di guerra":
Gastone Breccia ospite al Ghisleri

La storia come arma necessaria per scoprire il presente e lavorare per un futuro all’insegna della pace.
Buona partecipazione nel bar dell’Istituto Ghisleri di Cremona per il nuovo appuntamento della rassegna “Caffè letterario“: al centro della mattinata di sabato, la presentazione del libro “L’ultimo inverno di guerra” del professor Gastone Breccia.
Breccia, docente di storia bizantina e militare antica all’Università di Pavia e grande esponente del suo settore, ha voluto raccontare nella sua ultima pubblicazione i mesi a cavallo tra il 1944 e il 1945 sui fronti della Seconda Guerra Mondiale aperti in Italia.
“Nel libro viene raccontata l’ultima offensiva del ‘44 alleata – ha commentato Breccia – che fallisce, che non riesce a sfondare le difese tedesche e a raggiungere la valle Padana prima della fine dell’anno; e poi ancora la guerra partigiana e l’ultimo, terribile inverno che i partigiani hanno dovuto affrontare con la controffensiva nazista e fascista”.
“Uno spazio – ha proseguito lo storico – è poi stato dedicato anche alla vita dei civili, che in quei mesi hanno trascorso le ore più dure, più terribili per il freddo, per la fame e per i bombardamenti alleati che colpirono tremendamente l’Italia del Nord”.
“Gastone Breccia è uno dei più importanti storici in Italia – ha affermato Giovanni Raimo, docente del Ghisleri e tra gli organizzatori dell’evento – siamo molto contenti di averlo come nostro ospite. Questo argomento è fondamentale: ricordiamoci sempre che la resistenza è quel fenomeno storico su cui si è costruita la nostra Repubblica e la nostra Costituzione”.
L’evento si inserisce all’interno di una rassegna, che di mese in mese, è riuscita a portare tematiche di stretta attualità, umanistiche e non, all’interno dell’istituto economico cittadino: un aiuto per studenti e docenti perché, in fondo, oltre ai numeri c’è di più.
“Oggi purtroppo l’Europa è di nuovo interessata da una guerra tremenda – ha concluso Breccia – che dura da più di tre anni. Si parla di armi, si parla di giovani che devono andare a combattere, a morire in certi casi per la loro patria, per difenderla; questi sono quindi temi tornati drammaticamente di attualità”.
Andrea Colla