Cronaca

Tentata rapina al kebab: giudizio
immediato per i gemelli albanesi

Il gip di Cremona ha disposto il giudizio immediato nei confronti dei gemelli albanesi di 18 anni arrestati lo scorso 26 febbraio con l’accusa di tentata rapina nei confronti del titolare pakistano del K2 Kebab di via Guarneri del Gesù a Cremona. Per i due ragazzi, ai domiciliari dal 13 marzo, il processo comincerà il 29 aprile. In arresto era finito anche un 15enne italiano.

Quella sera il titolare del locale, un pakistano di 39 anni, era stato ferito alla fronte. I due maggiorenni, il minorenne e altri amici, tra cui una ragazza, stavano tornando da una festa di compleanno. Avevano bevuto molto. Poi erano entrati nel locale dove c’era stata una discussione tra il 15enne e il commerciante che si era rifiutato di farlo andare in bagno. Il pakistano lo avrebbe afferrato per un braccio ed era nata la colluttazione alla quale aveva preso parte anche uno dei gemelli.

L’avvocato Soldi

Davanti al tribunale del Riesame, i legali della difesa, gli avvocati Marco Soldi e Guido Priori, avevano contestato l’insussistenza della gravità indiziaria, in quanto “dai video della videosorveglianza si vedono solo due persone, e non tre, come indicato dalla persona offesa. Quindi uno dei due non c’entra niente perchè si è solo affacciato e poi se n’è andato. In più, ascoltando gli audio, non si sentono minacce, nè richieste di denaro“.

Il titolare del kebab aveva raccontato agli inquirenti di essere stato ferito con un coltello. Su questa circostanza, la difesa sostiene che mentre era in corso la zuffa tra il pakistano, il minore e uno dei gemelli, il coltello era stato preso dal bancone da uno degli albanesi e spostato. “Non è mai stato utilizzato”, hanno affermato i legali, per i quali il reato di rapina non si sarebbe consumato.

L’avvocato Priori

Il video, però, non è completo, in quanto durante la colluttazione era stata tolta la corrente. “L’hanno staccata loro”, aveva sostenuto il commerciante. Quando era stato sentito, l’uomo era caduto in qualche contraddizione, ma i giudici hanno attribuito le sue dichiarazioni non sempre lineari allo stato di agitazione in cui versava.

Dal canto suo, il minorenne, che sarà giudicato dal tribunale competente per i minori, aveva raccontato detto di essere un cliente del locale e che con il titolare c’erano già state delle discussioni. Aveva ammesso la zuffa, e di averlo colpito con un anello. “Ma era girato, quindi non pericoloso“. Aveva invece negato la rapina, sostenendo di non aver mai avuto l’intenzione di rubare.

Sara Pizzorni

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