Cronaca

Estorsione in oratorio: chiesta
la condanna a 3 anni e 4 mesi

Tre anni e quattro mesi e 400 euro di multa è la condanna chiesta dal pm onorario Silvia Manfredi per un 29enne straniero nato a Cremona, finito a processo per estorsione. Secondo l’accusa, avrebbe approfittato della fragilità della presunta vittima, un 30enne cremonese amico di oratorio, per farsi consegnare del denaro. Somme via via crescenti, fino ad arrivare ad un ammontare complessivo di 28.350 euro. I fatti contestati vanno dalla fine del 2019 a luglio del 2022.

I due ragazzi abitavano nello stesso quartiere e si erano conosciuti all’oratorio San Francesco del quartiere Zaist. Inizialmente l’imputato avrebbe chiesto piccole somme per urgenze momentanee, ma poi le richieste sarebbero diventate sempre più costanti e consistenti, con chiamate quasi tutti i fine settimana. Il 30enne, che aveva testimoniato in aula, si sarebbe lasciato intimorire. “Gli dicevo di sì perchè mi faceva paura”, aveva detto.

Il pm onorario Silvia Manfredi

“Il ricatto era che l’imputato avrebbe rivelato cose non vere sul conto della vittima“, ha sostenuto in aula l’avvocato di parte civile Valeria Biaggi, che oggi ha sostituito il collega Vito Alberto Spampinato. “Di certo è che tra il giugno del 2019 e il luglio del 2022 il conto corrente era calato drasticamente. Prima il mio cliente prelevava 50 euro una volta al mese o due, per poi arrivare a fine del 2021 a somme che aumentavano esponenzialmente: da 250 a 900 euro“.

E poi le telefonate: “il numero di chiamate vocali”, ha detto l’avvocato, “dal 30 settembre del 2020 al 28 luglio del 2022 è di 510, di cui 284 da parte dell’imputato, e solo 26 del mio assistito. Improbabile che fosse solo per mettersi d’accordo per il calcetto. Sotto c’era qualche altro motivo”. Il legale ha chiesto un risarcimento con una provvisionale non inferiore a 20mila euro.

L’avvocato Tabaglio

In aula, l’imputato si era difeso sostenendo che l’amico gli doveva 700 euro per una vincita alla schedina.  “Ogni tanto capitava che, sempre con rispetto, gli chiedessi quei soldi che mi doveva, ma le telefonate erano solo per organizzare i gruppi per le partite di calcetto. Non l’ho mai minacciato, nè danneggiato in alcun modo. Quei 700 euro non me li ha mai dati. Diceva che doveva fare dei lavori in casa, ma l’ho visto in giro con l’auto nuova. Sapevo anche che doveva dei soldi ad altri ragazzi nel giro delle scommesse“.

L’avvocato Spampinato

Dichiarazioni limpide“, quelle del 29enne, come ha sostenuto l’avvocato della difesa Massimo Tabaglio. “Non ci sono state minacce e non ci sono state violenze fisiche o psicologiche. Quei 700 euro erano dovuti al mio cliente, ma non gli sono mai stati dati. L’amico gli aveva detto che non poteva perchè aveva altri debiti in giro“. Il legale ha ricordato anche la testimonianza dell’ex parroco dell’oratorio, che ha esaltato la figura dell’imputato, dicendo che in lui aveva fiducia e che lo aveva fatto diventare un punto di riferimento”.

Per il giovane sotto processo, l’avvocato Tabaglio ha chiesto l’assoluzione: “in questa vicenda c’è stato del dolo. Al mio assistito, un ragazzo che lavora e che ha riportato una versione dei fatti che corrisponde al vero, è stata buttata addosso un’accusa grave per un reato che non ha commesso“.

La sentenza è fissata al 23 aprile.

Sara Pizzorni

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