Dazi: tra i settori più colpiti
quello agroalimentare
Le reazioni di LIbera Associazione Agricoltori e di Coldiretti Cremona
Leggi anche:
Sarebbe di 1,6 miliardi di euro il costo a carico dei consumatori americani che continueranno ad acquistare prodotti agroalimentari italiani con l’introduzione dei dazi al 20%. Inevitabile però, almeno in parte, il calo delle vendite, con un danno per le aziende italiane.
Si teme anche un incremento del fenomeno dell’Italian sounding e la perdita di quote di mercato e posizionamento sugli scaffali. L’export agroalimentare made in Italy negli Stati Uniti ha fatto segnare nella 2024 il record di sempre con un valore di 7,8 miliardi in crescita del 17% rispetto all’anno precedente. Per il 2025 si puntava a toccare quota 9 miliardi. Si calcola un danno che potrebbe arrivare a 3 miliardi di euro.
Per il direttore di Coldiretti Cremona Giovanni Roncalli, “le prime analisi che stiamo facendo ci dicono che l’introduzione di questi dazi porterà ad un incremento altissimo dell’inflazione. Dal punto di vista agroalimentare siamo preoccupati perché avevamo lavorato negli anni passati per accrescere il livello qualitativo delle nostre produzioni ottenendo risultati eccellenti e rischiamo ora di vanificare tutto.
Vero è che abbiamo qualche speranza rispetto al fatto che essendo prodotti di fascia mediamente alta, possano in qualche modo continuare a mantenere il trend positivo che abbiamo avuto negli anni passati. Sarà importantissimo il lavoro che la diplomazia europea dovrà svolgere nelle prossime ore per cercare in qualche modo di arrivare a scrivere delle regole che non stravolgano i presupposti su cui noi abbiamo sempre costruito le nostre politiche commerciali che sono certamente quella della reciprocità in primis e soprattutto quello della trasparenza verso i consumatori”.
Condivide le preoccupazioni per il settore il presidente della Libera Agricoltori Cremona Cesare Soldi: “Le ripercussioni per il nostro settore e per il nostro comparto agroalimentare saranno penalizzanti. L’export agroalimentare della provincia di Cremona cresce e non può fermarsi per questo motivo.
Chiediamo che quanto prima l’Europa avvii un percorso negoziale che sia il più possibile costruttivo, equilibrato e determinato per garantire quello che è il principio di sicurezza alimentare e salvaguardare gli interessi degli agricoltori. Sarà importante individuare misure per sostenere poi le filiere”.
Giovanni Palisto