a Cascina Farisengo
a Cascina Farisengo
L’Europa possiede degli strumenti per contrastare i dazi americani, non necessariamente imponenedoli a sua volta, ma utilizzandoo uno dei pochi capitoli su cui riesce a marciare unita. Lo ha detto il senatore Alessandro Alfieri, questa mattina a Cremona, ospite del convegno organizzato dal Pd provinciale “Verso una difesa comune europea: scenari, incognite e prospettive”. Ospiti di Michele Bellini, segretario provinciale Pd, Giulia Rossolillo, direttrice de “Il Federalista” e Domenico Moro autore di “Verso la difesa europea”, del Movimento Federalista Europeo. Tra il pubblico, il sindaco Andrea Virgilio che ha aperto i lavori, Stefania Bonaldi, membro della segreteria nazionale e Luciano Pizzetti.
L’argomento di maggiore attualità è quello dei dazi e proprio su questo si è soffermato a margine del convegno Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in Commissione Esteri e Difesa.
Come giudica la reazione del Governo italiano al venerdì nero delle borse di ieri, con i primi effetti dei dazi imposti da Trump?
“Guardi, Macron in Francia sta riunendo le associazioni e categorie di forze sociali per capire come far fronte a questa botta epocale. Sanchez in Spagna, 14 miliardi di stanziamento per compensare l’impatto dei dazi, le borse di tutto il mondo stanno crollando e la Meloni dice non preoccupatevi, aspettiamo, valutiamo. Io penso che serva una risposta forte di tutta l’Europa insieme, non ci sono scorciatoie per le singole nazioni, dobbiamo reagire, certamente con misure appropriate, negoziare, ma noi siamo più forti se lo facciamo come Europa e non ognuno per conto suo.
Che cosa praticamente può mettere in campo l’Europa per far valere le proprie economie?
Mentre noi dal punto di vista politico, diplomatico e militare siamo più deboli perché siamo divisi, la politica commerciale è una delle poche materie su cui l’Europa è riuscita a far sentire la propria voce in passato, perché è una materia comunitaria, e lì siamo più forti. C’è un commissario europeo che si chiama Šefčovič, che negozia a nome di tutta l’Europa, e quindi per 27 paesi insieme, per un’economia che è la principlae economia del mondo quando si muovono tutti insieme. Quindi avremo tutte le carte in regola per opporci ai dazi arbitrari messi da Trump.
Qualche grande azienda italiana intanto sta pensando di spostare la produzione in America.
La tentazione potrebbe essere quella, è quello che vuole Trump, mette i dazi per spingere ad andare a investire negli Stati Uniti e fare occupazione lì, ma noi non possiamo cascare in questo tranello, noi abbiamo bisogno di investire in occupazione di qualità qui, sul nostro territorio, in Europa, e quindi per quello serve una strategia europea. Se noi sappiamo rispondere a livello europeo possiamo mettere in difficoltà gli Stati Uniti e portarli a ripensare le loro misure.
Aumentando anche noi i dazi?
Ci sono vari modi di incidere, potrebbero non essere i dazi sulla parte dei beni materiali, ma su quelli immateriali. Noi tutti abbiamo sul nostro telefonino Facebook, Meta, Instagram, compriamo da Netflix dei contenuti, guardiamo i film, ma se dovessimo incominciare a colpire quei settori dove diamo tanti soldi in uscita verso gli Stati Uniti, oppure il finanziamento dei fondi pensione – le nostre pensioni integrative investono molto in fondi americani – ecco, se dovessimo mettere dei blocchi su questi flussi finanziari gli Stati Uniti sarebbero in difficoltà.
Una parola anche sul tema di oggi che si discute qui a Cremona, la difesa comune europea, a che punto siamo? È possibile pensare davvero ad un esercito comune?
In prospettiva sì, non è facile, bisogna fare i passi giusti, ci vuole del tempo, però se noi continuiamo a finanziare la crescita dei bilanci solo a livello nazionale, 27 bilanci differenti con tante duplicazioni, diversi sistemi d’arma, investimenti parcellizzati, noi rischiamo di perdere una grande occasione ed essendo divisi, non sviluppando una base tecnologico-industriale molto adeguata, finiamo per andare a comprare all’estero e non faremo mai la difesa europea. Quindi è il momento di iniziare, di spingere e di permettere aumenti e investimenti di risorse solo nel momento in cui si spinge verso la difesa europea.
Giuliana Biagi