Cronaca

Il vescovo: "Grazie alle forze di
polizia per servire la comunità"

Questa mattina la Cattedrale di Cremona si è riempita di militari, forze di polizia e operatori del soccorso, insieme alle associazioni d’arma e combattentistiche e le massime autorità civili e militari del territorio, in occasione del “Precetto pasquale”, il tradizionale appuntamento in vista della Pasqua.

L’Eucaristia, presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, è stata concelebrata dai cappellani dei diversi Corpi: don Simone Salvadore (Esercito italiano), don Andrea Scarabello (Guardia di Finanza), don Stefano Peretti (Polizia di Stato), don Lorenzo Cottali (Carabinieri), don Roberto Musa e don Graziano Ghisolfi (cappellani della Casa circondariale di Cremona). Insieme anche al rettore della Cattedrale, monsignor Attilio Cibolini, e il segretario e cerimoniere vescovile don Matteo Bottesini.

Presenti le massime autorità locali, con il prefetto Antonio Giannelli, il questore Ottavio Aragona e i comandanti provinciali dei diversi Corpi con ufficiali, sottoufficiali, soldati e agenti. In prima fila anche il sindaco di Cremona Andrea Virgilio, con la vicesindaca Francesca Romagnoli e l’assessore alla Polizia locale e sicurezza Santo Canale.

Nell’omelia il vescovo Napolioni è partito da una riflessione sulla lettura tratta dal Deuteronomio: “Queste sono le parole che Mosè rivolse a tutto Israele […] ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi”. «Spesso si contrappongono frettolosamente l’Antico e Nuovo Testamento – ha detto – l’epoca della legge e la novità dell’amore, col rischio di fare del Vangelo, dell’amore che Cristo ci consegna, un sentimentalismo vuoto».

Mosè invita il popolo di Israele ad essere fiero delle leggi che ha ricevuto da Dio, perché quelle norme «sono necessarie per entrare nella terra promessa e lì vivere da figli e fratelli», ha detto monsignor Napolioni, sottolineando poi che «spesso la proliferazione delle normative diventa burocrazia, mentre noi abbiamo bisogno di leggi giuste, sagge.

Dal vescovo l’esortazione a essere quel popolo e quella nazione «benedetta da Dio, perché è fedele all’alleanza che fa stare ciascuno al suo posto e fa rispettare il posto degli altri, trasmettendo ai figli e i figli dei nostri figli questo segreto della vita».

Prima della benedizione Napolioni ha ringraziato ancora l’impegno delle Forze Armate e di Polizia, dei Corpi dello Stato e delle associazioni nell’aiutare tutti noi a fare ciò che ciascuno deve, prendendosi cura del territorio, dell’ambiente e di tutto ciò che ci riguarda, ciascuno secondo il proprio ruolo e grado, ma con la stessa diligenza e con lo stesso amore.

Al termine della Messa la Preghiera per la Patria, recitata da una soldatessa dell’Esercito, ha ricordato che chi ha giurato fedeltà alla bandiera ha promesso amore e servizio alla Patria, chiedendo al Signore la forza di custodire e difendere il bene prezioso della pace. Augurio e preghiera che in un momento come questo deve essere di tutti e per tutti.

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