Cronaca

Stalking e violenza sessuale
L'imputato condannato a sei anni

Sei anni e tre mesi di pena e un risarcimento danni alla parte civile di 10.000 euro come provvisionale. E’ quanto ha deciso il collegio dei giudici che ha emesso condanna nei confronti di un  31enne finito a processo per stalking e per un episodio di violenza sessuale nei confronti di una donna con cui aveva avuto una relazione. I due si erano conosciuti nel 2014: lui aveva 20 anni, lei 42.

“Io ero innamorato, anche se sapevo che io per lei ero un pupazzo“, si era difeso Marco (nome di fantasia) nella scorsa udienza. “Ero imbambolato. Ma per me era una relazione sentimentale, mentre per lei una relazione non impegnativa, leggera”.

Il pm Messina

Per l’imputato, difeso dall’avvocato Davide Lacchini, il pm Francesco Messina aveva chiesto una condanna a quattro anni e sei mesi di reclusione, mentre la parte civile, rappresentata dall’avvocato Michele Tolomini, un risarcimento di 50.000 euro. La motivazione della sentenza sarà depositata entro 60 giorni.

Lui molto più giovane, una storia d’amore fatta di alti e bassi, di gelosia e possessività da parte di lui. Il pm ha parlato di “messaggi insistenti“, di “imboscate e appostamenti” sul luogo di lavoro e a casa di lei, di lui che la controllava e la seguiva in auto, delle molestie e delle minacce: “Ti ammazzo se ti trovo con un altro uomo“, e poi l’episodio di violenza sessuale del 12 novembre del 2020, quando lui, che si era nascosto in soffitta, aveva preteso un rapporto sessuale tenendo ferma per i polsi la vittima, che piangeva e supplicava. “Dopo una settimana”, ha ricordato il pm, “lui aveva cercato di entrare nuovamente in casa di lei, ma non c’era riuscito, ma l’aveva minacciata”.

L’avvocato Tolomini

Per l’accusa di stalking, la donna aveva rimesso la querela, dicendo che non era mai stata picchiata, e che era stata lei a schiaffeggiarlo per convincerlo ad uscire di casa. Ma il reato è procedibile d’ufficio. Nel 2023 l’uomo era già stato condannato per atti persecutori commessi in un’epoca successiva nei confronti della stessa donna.

Una “sofferenza genuina”, quella della vittima, per l’avvocato di parte civile Tolomini, che ha parlato di una “relazione morbosa” da parte dell’imputato, “che considerava la mia cliente una cosa sua, una sua proprietà, incapace di avere un punto di equilibrio”.

“In questo rapporto, prima sereno e poi disperante per anni“, ha invece sostenuto l’avvocato della difesa, “ci sono stati alti e bassi molto marcati. Il mio cliente era un ragazzo di 20 anni che si è innamorato, fino a quando lei, più grande di età, ha cominciato a sentire il peso del rapporto. E’ una coppia che non è stata capace di lasciarsi definitivamente. Che il rapporto sia comunque continuato lo testimoniano le chat tra i due”. Dubbi sono stati espressi dall’avvocato Lacchini, che aveva chiesto l’assoluzione, sull’attendibilità della vittima.

L’avvocato Lacchini

“Molte cose sono inventate e ingrandite”, aveva detto l’imputato durante il suo esame. “Non l’ho mai violentata. Certo, ammetto di essere stato possessivo, ma non l’ho toccata. Ammetto di averle mandato molti messaggi e di essermi presentato a casa sua alcune volte, ma non sono mai stato insistente o violento. Anzi, un paio di volte lei mi ha messo le mani addosso e io non ho reagito”.

Un amore folle, per lui. “Io per lei c’ero sempre, le davo dei soldi e facevo da padre a suo figlio. Ero imbambolato da lei”. La storia è finita definitivamente nell’agosto del 2023, quando l’uomo era finito in carcere dopo essere evaso dagli arresti domiciliari per presentarsi nuovamente dall’amata,  nonostante i provvedimenti di allontanamento.

Sara Pizzorni

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...