Cronaca

Il sovrintendente Gabriele Barucca
in pensione: "Grato a Cremona"

Gabriele Barucca

Gabriele Barucca lascia la sovrintendenza dopo 8 anni, ultima settimana per lo studioso che dal primo aprile andrà in pensione. Tanti i grandi interventi che ha seguito a Cremona si annoverano i lavori del Campus di Santa Monica e l’ex caserma Manfredini. “Grato a Cremona per questi anni intensi e belli con tanti recuperi”, dichiara lo studioso. Non è ancora noto il nome del suo successore.

È tempo di bilanci per il sovrintendente Gabriele Barucca, che lascia l’incarico dopo 8 anni. Dal primo aprile sarà in pensione. In questi lunghi anni si è occupato “del complesso ex Santa Monica”, ha commentato il dirigente, “per poi arrivare anche alla caserma Manfredini, che hanno visto come protagonista il Cavaliere Arvedi che ringrazio perché ha davvero saputo in qualche modo capire le nostre istanze, seguirci e supportarci”.

Il sovrintendente ha sempre cercato di tutelare il patrimonio storico dando degli indirizzi ben precisi, ad esempio sul bonus delle facciate.

“Sono stati anni intensi e belli con qualche rammarico per dei recuperi mancati – ha spiegato Barucca -, ad esempio Palazzo Affaitati e Palazzo Soldi, la sede della pinacoteca Ala Ponzone, che ha un estremo bisogno di intervento”.

Un altro rammarico riguarda anche San Benedetto, destinato a diventare la nuova sede dell’archivio di Stato, per la quale il sovrintendente era riuscito a recuperare fondi ma c’è stato un intoppo burocratico. “Abbiamo recuperato 2 milioni e mezzo di euro – spiega – che si stanno spendendo e quindi l’ex monastero e la chiesa sono salvi dal punto di vista della salvaguardia; il dottor Tantardini generosamente ha proposto la donazione del bene, di proprietà della Fondazione Stauffer, al demanio. L’accettazione della donazione adesso è bloccata per una certa rigidità del Demanio e del Ministero della Cultura che ha detto di non avere i fondi per portare a termine l’intervento”.

Dopo il primo aprile Barucca riprenderà letture e studi: “Mi aspetto un periodo diverso, fatto di studi, letture, scrittura e di organizzazioni di mostre”.

L’intervista di Silvia Galli

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