La Juvi si inchina alla capolista
Udine vince 79 a 68 al PalaRadi

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Troppa Udine per la Ferraroni Juvi Cremona, che ancora una volta priva di Tortù è costretta a cedere alla capolista per 79-68. Una gara sostanzialmente mai in discussione, con gli ospiti a flirtare ripetutamente con il ventello di vantaggio salvo poi allentare la presa negli ultimissimi minuti. I gigliati pagano a caro prezzo un primo tempo nel quale l’Apu ha fatto valere tutto il proprio strapotere fisico, mitigato con l’energia dagli oroamaranto nella ripresa ma senza mai seriamente impensierire Alibegovic e compagni.
L’avvio è frizzante ed entrambe le formazioni scaldano le mani dalla lunga: apre le danze Massone, ma Ambrosin e Hickey rispondono per le rime. Polanco stavolta parte in quintetto e non perde tempo a mettersi in partita, seguito a ruota da Washington. Udine tuttavia fa valere la propria stazza facendo da subito il vuoto a rimbalzo offensivo e cavalcando un Johnson decisamente ispirato: dopo 6’ è 17-13 per la capolista, ma un paio di sbavature permettono alla Juvi di rimanere a contatto, prima che Ambrosin dalla lunga e Johnson spalle a canestro scrivano il 24-18 dell’8’, massimo vantaggio ritoccato dall’appoggio di Da Ros agli sgoccioli del primo quarto.
Il secondo periodo si apre con il terzo fallo di Giombini e l’appoggio di un onnipresente Johnson, imitato a stretto giro di posta da Caroti: dopo due giri di lancette Udine scappa sul 30-19 e coach Bechi è costretto a fermare la gara. L’emorragia però stenta da arrestarsi e Udine tocca anche il +15, prima che Morgillo dopo oltre 4’ di digiuno muova il tabellino gigliato con un viaggio in lunetta e un comodo canestro propiziato da Washington. Nonostante il +11 stavolta è Vertemati a volerci parlare sopra, ma dal timeout friulano nascono una persa e un altro canestro del totem Morgillo, prima che Ambrosin e il diabolico Hickey riscrivano il +15 con un altro paio di triple ben costruite. Gli oroamaranto avrebbero bisogno di qualche guizzo dalla lunga per aprire la scatola della capolista, che invece beneficia delle polveri bagnate dei padroni di casa, continuando a macinare pallacanestro e a lasciare solamente le briciole sotto le plance: il risultato è il 51-34 ospite dell’intervallo, ben spiegato dall 33% juvino dal campo e dal 29-14 a rimbalzo a favore dell’Apu.
Al rientro dagli spogliatoi servirebbe un guizzo d’orgoglio gigliato, ma Udine non alza il piede dall’acceleratore toccando il +22 nonostante un paio di triple aperte fallite da Hickey. La Juvi prova a scuotersi con Morgillo e Massone tornando sul -14 al giro di boa del terzo periodo, ma Pullazi e Ambrosin non fanno sconti nel concretizzare l’aggressività ospite sulle linee di passaggio. Le percentuali dell’Apu iniziano ad attenuarsi e la Juvi prova a riaprire la partita con le triple di Washington e Bertetti, ma all’ultimo riposo la prima della classe ha comunque un tesoretto di 15 lunghezze.
Copione immutato in avvio di quarto periodo, nel quale occorrono tre minuti per vedere il primo canestro gigliato. Alla bomba di Barbante fa seguito il bel canestro di Polanco, che poi lucra un fallo sulla conclusione dalla lunga per il -13 a 5’ dal termine.
La palla inizia a pesare da ambo le parti e, complice un po’ di stanchezza, gli errori non mancano: Johnson fallisce un paio di appoggi apparentemente facili e Bertetti e Massone provano a scombinare i piabni dell’Apu, ma il cronometro è amico di Udine, che a 40’’ dalla fine chiude definitivamente la contesa con l’1vs1 di Alibegovic. La Juvi manda quattro uomini in doppia cifra ma non basta per impensierire la corazzata di Vertemati, che vola sulle ali di un Johnson da 21 punti e 11 rimbalzi, ben spalleggiato dai 16 di Ambrosin.
Alberto Guarneri