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122 anni Cremo, parata di stelle
grigiorosse nel settore Distinti

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Bagno di folla nel settore Distinti dello stadio Zini, intitolato a Gianluca Vialli, per il primo dei due eventi organizzati quest’anno da un comitato spontaneo di tifosi per celebrare i 122 anni dell’Unione Sportiva Cremonese. “Capitani grigiorossi” il titolo del talk, condotto dal giornalista cremonese Gianni Balzarini, al quale hanno partecipato centinaia di sostenitori della Cremo, di tutte le età. E tutti i presenti, rispondendo all’appello degli organizzatori, indossavano qualcosa di grigiorosso.

I protagonisti dell’evento sono state sette bandiere della Cremonese: Luciano Cesini, Mario Montorfano, Marco Nicoletti, Walter Viganò, Filippo Citterio, Mauro Bertoni e Daniel Ciofani. Sette mitici ex grigiorossi che, a turno, rispondendo alle domande di Balzarini, hanno raccontato la loro esperienza alla Cremo, con tanto di aneddoti e tanti ricordi, legati in modo particolare a quei personaggi oggi scomparsi ma che hanno scritto, in vari ruoli, pagine di storia grigiorossa.

E naturalmente, visto il titolo dell’evento, per quasi tutti il tema principale è stato esprimere a parole che cosa significa portare al braccio la fascia di capitano di un club glorioso come la Cremonese.

“Essere capitano della Cremonese è un onore grandissimo – ha detto Luciano Cesini -, perché non ti senti solo capitano di un gruppo di giocatori e di una squadra, ma anche un qualcosa che ha un suo legame con tutta la città. Soprattutto per me, che sono cremonese doc, è così. Ai miei tempi, quando si andava nei vari club di tifosi o in città, essere riconosciuto come il capitano era una cosa che faceva molto piacere e che mi rendeva orgoglioso. Certo, c’è anche un po’ di responsabilità all’interno dello spogliatoio, ma ai miei tempi eravamo un gruppo di brave persone e io, come capitano, non dovevo esercitare chissà quali ruoli”.

“Vestire la fascia di capitano della Cremo è un grande orgoglio – ha spiegato Daniel Ciofani -. Si tratta di una figura che trasmette senso d’identità e di continuità. Nel calcio di oggi stare per più anni nella stessa squadra è una cosa rara. E per me il fatto di essere riuscito a farlo per tanti anni in una società gloriosa come la Cremonese, riuscendo anche a vincere un campionato, è motivo di orgoglio, perché sono riuscito a tramandare il senso di appartenenza alla società grigiorossa, cosa fondamentale per raggiungere dei risultati”.

Mauro Maffezzoni

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