Negozi in centro storico
In 12 anni perse 114 attività
L'analisi sulla desertificazione commerciale di Confcommercio: sia a livello locale che nazionale cresciuti solo alloggi (b&b e case private) e ristorazione.

La decima edizione dell’Osservatorio Città e Demografia d’Impresa, realizzato dall’Ufficio Studi di Confcommercio in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, mette in luce un quadro allarmante per il commercio nei centri storici italiani. Dal 2012 al 2024, nel Paese sono scomparsi quasi 118mila negozi al dettaglio e 23mila attività di commercio ambulante, mentre si è registrata una crescita soltanto nel settore dell’alloggio e della ristorazione (+18.500).
Il fenomeno colpisce con particolare intensità le città del Nord, e Cremona si distingue negativamente: è tra le 20 città italiane con la maggiore perdita di attività commerciali e seconda in Lombardia per numero di esercizi chiusi (seconda solo a Varese). Alla nostra città spetta anche la maglia nera tra le città della neo costituita Camera di Commercio (Cremona – Mantova -Pavia).
I NUMERI NAZIONALI. L’analisi riporta i dati aggiornati sull’evoluzione commerciale nelle città dal 2012 al 2024 e riguarda i dati dei 122 comuni medio-grandi italiani, di cui 107 di medie dimensioni capoluoghi di provincia e 15 comuni non capoluogo più popolosi (escluse le città di Milano, Napoli e Roma perché multicentriche, dove non è possibile, cioè, la distinzione tra centro storico e non centro storico).
Tra il 2012 e il 2024, in Italia, sono spariti quasi 118mila negozi al dettaglio e 23mila attività di commercio ambulante; sono cresciute solo le attività di alloggio e ristorazione (+18.500).
Nello stesso periodo, nel commercio, negli alberghi e nei pubblici esercizi le imprese a titolarità italiana crescono leggermente (+3,1%) ma a crescere in maniera molto sostenuta sono quelle straniere (+41,4%).
Nei centri storici chiudono più negozi che nelle periferie, sia al Centro-Nord che nel Mezzogiorno, calo correlato positivamente alla riduzione del numero di sportelli bancari. Si riducono le attività tradizionali e aumentano i servizi: quelli di alloggio in maniera esponenziale (+135% al Centro-Nord, +271,4% al Sud), soprattutto per i b&b e gli affitti brevi, non si tratta di aperture di alberghi tradizionali.
Focus categorie nei centri storici 2012-2024:
• Carburanti -42,1%
• Libri e giocattoli -36,5%
• Mobili, ferramenta -34,8%
• Abbigliamento -26%
• Alloggio +67,5% (alberghi -9,7%, altri alloggi +170,1%)
• Farmacie +12,3%
• Computer-telefonia +10,5%
• Ristorazione +4,5%
LA SITUAZIONE CREMONESE. Cremona è tra le 20 città italiane con la maggiore perdita di attività commerciali e seconda in Lombardia, dietro Varese, per numero di esercizi chiusi.
• Nel 2012, Cremona contava 404 esercizi di commercio al dettaglio nel centro storico.
• Nel 2019 il numero era già sceso a 329, evidenziando un calo significativo.
• A giugno 2024, il dato si attesta a 290, con una perdita di 39 esercizi rispetto al 2019 e 114 rispetto al 2012.
• Anche a Cremona il comparto della ristorazione mostra segnali postivi in linea con il trend nazionale, così come il settore Alberghiero. Il numero complessivo di attività del settore Alberghi, Bar e Ristoranti nel centro storico è aumentato da 218 nel 2012 a 231 nel 2024 (+6%)
• L’analisi dei dati relativi al centro storico di Cremona evidenzia una dinamica opposta tra bar e ristoranti: mentre i ristoranti registrano una crescita costante (+47%) , il numero di bar è in netto calo (-22 %)
LA POSIZIONE DI CONFCOMMERCIO PROVINCIA DI CREMONA
Eugenio Marchesi, presidente delle Botteghe del Centro di Cremona, evidenzia l’importanza del commercio di vicinato e la crescente preoccupazione:
“Il commercio di vicinato non è solo un motore economico fondamentale, ma un vero e proprio presidio di legalità, sicurezza e socialità. La chiusura delle attività di prossimità impoverisce il tessuto urbano, riducendo le occasioni di incontro e trasformando le nostre città in luoghi anonimi e privi di identità. Le botteghe storiche e le piccole attività non sono soltanto esercizi commerciali: rappresentano il cuore pulsante della comunità, spazi di relazione e punti di riferimento per i cittadini.
È necessario mettere in campo azioni concrete per invertire questa tendenza, a partire da politiche urbane che favoriscano la rigenerazione degli spazi pubblici, incentivi per la riapertura dei negozi sfitti e misure per una mobilità più sostenibile. Chiediamo alle istituzioni di riconoscere l’urgenza del problema e di attivarsi per sostenere il commercio locale.
Salvaguardare il commercio di prossimità significa proteggere il nostro patrimonio culturale e sociale, garantendo una città più viva, accogliente e sicura per tutti.”
Alessandro Lupi, Presidente di FIPE Confcommercio Provincia di Cremona, sottolinea l’importanza di una strategia di rilancio:
“I dati ci dicono che la ristorazione cresce e continua a essere un pilastro della vita cittadina, anche a Cremona. Ma un locale da solo non fa centro storico: servono negozi, servizi e spazi vivi. La chiusura di oltre 118mila attività commerciali negli ultimi 12 anni ci preoccupa perché senza il commercio di vicinato si perde attrattività e socialità. È fondamentale sostenere il commercio locale con misure concrete per evitare che i centri storici diventino solo luoghi di passaggio e non più di vita.”
Dello stesso tenore il commento di Alessandra Cattaruzzi, presidente Federalberghi Cremona:
“I dati nazionali confermano la crescita dell’ospitalità (+67,5%), ma a trainarla sono b&b e affitti brevi (+170,1%), mentre gli alberghi tradizionali calano (-9,7%). Questo cambiamento altera l’equilibrio urbano e l’identità delle città. La chiusura dei negozi penalizza sia i residenti che i turisti. Un centro senza attività commerciali perde vivacità, e un turismo di qualità non può prescindere dal commercio locale. Alberghi, ristoranti e negozi devono crescere insieme per mantenere i nostri centri storici vivi e attrattivi.”
Andrea Badioni, presidente di Confcommercio Provincia di Cremona, rilancia la necessità di collaborazione e dialogo con le amministrazioni locali, su cui Confcommercio sta lavorando da tempo e che vedrà lo sviluppo di un progetto ad hoc che sarà presentato nelle prossime settimane.
“I dati sulla desertificazione commerciale dei centri storici sono allarmanti e confermano una tendenza che da tempo denunciamo con preoccupazione. Cremona è tra le città più colpite in Italia, un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. I negozi di vicinato non sono solo un presidio economico, ma anche un elemento fondamentale per la coesione sociale e l’identità delle nostre comunità.
Come Confcommercio Provincia di Cremona, siamo consapevoli della necessità di intervenire con strumenti concreti e strategie mirate. Per questo, il mese prossimo presenteremo CITIES, un progetto innovativo che fornirà alle amministrazioni locali strumenti di analisi avanzati per individuare soluzioni efficaci e invertire la rotta.”
IL PROGETTO CITIES. Contrastare il fenomeno della desertificazione commerciale è uno degli obiettivi del progetto Cities. Con questa iniziativa, Confcommercio offre un contributo concreto per migliorare i centri urbani e rafforzare le economie di prossimità, promuovendo il ruolo del terziario di mercato all’interno di un nuovo modello di sviluppo urbano basato su sostenibilità, comunità e identità.
Cities sarà un progetto data-driven, integrando Big Data e Urban Analytics nelle politiche di rigenerazione urbana e sviluppo commerciale. L’uso di strumenti avanzati di analisi e monitoraggio permetterà di trasformare grandi volumi di dati in informazioni strategiche per la gestione degli spazi urbani, l’ottimizzazione delle strategie di marketing territoriale e la valutazione dell’efficacia degli interventi in tempo reale. Questa sinergia tra tecnologia e governance partecipata diventerà un elemento chiave per rafforzare la vitalità e la competitività delle città.
Queste le principali proposte di Cities:
1. Rigenerazione dello spazio pubblico e dei quartieri
2. Mobilità e logistica sostenibili per la città di prossimità
3. Patti locali per la riapertura dei negozi sfitti
4. Gestione partecipata e collettiva delle città
5. Politiche per il commercio locale più efficaci grazie all’uso di tecnologie digitali
Attraverso l’integrazione di strumenti data-driven, Cities si propone di supportare la crescita sostenibile e resiliente delle attività commerciali nei centri urbani, offrendo soluzioni concrete basate su dati demografici, sociali ed economici per adattare le strategie di sviluppo ai reali bisogni del territorio.