Cronaca

Benzina sul gatto, proprietaria:
"E' stato il vicino, sono sicura"

L'uomo è a processo per maltrattamento di animali. La proprietaria in aula: "Soffro di depressione e per me gli animali sono come una terapia. E l'imputato lo sa".

Il gatto Tato

E’ entrato nel vivo oggi con i testimoni del pm il processo nei confronti di un 62enne cremonese accusato di maltrattamento di animali. L’11 maggio del 2020, l’uomo avrebbe sottoposto a sevizie il gatto delle sue vicine di casa, due sorelle di 41 e 46 anni, bagnandolo con della benzina e provocandogli lesioni. L’animale era stato sottoposto ad un intervento di rimozione del pelo in anestesia generale e alle successive medicazioni. Fortunatamente Tato, il nome del gatto, è sopravvissuto, e oggi è un bel gattone di  12  anni.

In aula le due sorelle hanno spiegato che quella mattina, mentre stavano facendo le pulizie, il gatto era uscito di casa ed era entrato nella proprietà del vicino. “L’abbiamo chiamato più volte”, ha raccontato la 41enne, che a processo è parte civile attraverso l’avvocato Silvia Pincella, “e dopo cinque minuti l’abbiamo visto venir fuori dalla cancellata zeppo di benzina. Si sentiva l’odore”. Tato, “che ansimava e non stava fermo”, era stato portato subito dal veterinario e ricoverato d’urgenza.

L’avvocato Pincella

Quando la 41enne era tornata a casa, aveva fatto un giro nei dintorni per vedere se da qualche parte ci fossero tracce di benzina e a quel punto aveva notato una tanica sotto il porticato del vicino. “L’ho fotografata”, ha raccontato al giudice. “Era una tanica lunga con un manico e con sopra il tappo”. Le due sorelle avevano chiesto spiegazioni. “Tanto non avete prove che sono stato io“, avrebbe risposto loro l’imputato, che vive con la madre anziana.

Dal veterinario, Tato, che era bagnato di benzina sulla pancia e sulle zampe inferiori, era stato rasato e gli era stato messo il collare per quindici giorni. “Quando poi è uscito”, ha raccontato la donna, “si è trovato faccia a faccia con il cane del vicino che per un pelo non lo ha preso per il collo“. “Stai attenta a mandare i gatti a casa mia”, le avrebbe detto l’imputato.

L’avvocato Petralito

“Lui e sua madre odiano i gatti, ma il signore non ha mai capito che doveva rispettare me e i miei animali“, ha continuato a raccontare la 41enne. “Soffro di depressione e per me loro sono come una terapia. E lui lo sa. L’ha fatto apposta, sono sicura”. La donna ha poi riferito di precedenti episodi con il vicino. “Sono stata insultata, e anni fa un altro nostro gatto era entrato nella sua proprietà. Aveva leccato una sostanza che si è rivelata essere l’antigelo della macchina. Il gatto è morto. Parecchie volte ho chiamato le forze dell’ordine”.

Oggi in udienza hanno testimoniato anche la terza sorella, che vive al piano di sotto, la madre e la veterinaria.

L’imputato, che a ottobre si difenderà, è assistito dagli avvocati Anna Maria Petralito e Luca Genesi.

Sara Pizzorni

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