Tamoil, la versione della Bissolati
"L'inquinamento perdura"

“L’area interna alla Tamoil deve essere soggetta a bonifica e non alla MISO perché questa si è rivelata ‘inadeguata’: di conseguenza le aree esterne devono costituire parte integrante del progetto di bonifica secondo la normativa”. Lo ribadiscono gli avvocati che seguono la causa civile della canottieri Bissolati contro Tamoil, Gianpietro Gennari e Claudio Tampelli, facendo seguito all’Osservatorio Tamoil dello scorso 10 marzo.
“A distanza di sei anni da quando la sentenza del processo penale è diventata defnitiva, le procedure amministrative relative all’area interna alla Tamoil e a quelle esterne, tra le quali quella della Bissolati, non hanno tenuto conto delle conclusioni a cui sono giunti i Giudici in sede penale; conclusioni confermate dall’esito dell’accertamento tecnico preventivo disposto dal Tribunale di Cremona in sede civile.
“Le aree esterne sono interessate da un disastro ambientale e non da un semplice inquinamento”, affermano i legali, insistendo anche sul fatto che secondo le analisi commissionate dalla società canottieri “la contaminazione non è storica, ma è addebitabile alla Tamoil e tuttora perdura”. “La Messa in Sicurezza Operativa (MISO) è inadeguata” – aggiungono – a contenere entro i confini fisici dell’area Tamoil gli inquinanti; la barriera idraulica, seppure funzionante, non è idonea a trattenere il surnatante, ovvero la parte degli idrocarburi in galleggiamento sulla falda”.
“In Bissolati – aggiungono – il surnatante è ancora presente e non è “residuale”, ma è prodotto fresco. Nell’acqua di falda si rileva la presenza di idrocarburi tanto che è vietato l’utilizzo dei pozzi in prima e seconda falda sino alla profondità di 90 m”.
E ancora: “I punti di conformità (POC) non sono posizionati correttamente e quindi la verifica attuata con gli stessi non è attendibile: il loro posizionamento deve essere adeguato a quanto stabilito dalla normativa ambientale. I gas interstiziali, prodotti dagli idrocarburi, non vengono monitorati secondo le più recenti linee guida”.
Duro il commento a conclusione della disamina tecnica: “A distanza di diciotto anni, la Tamoil e gli Enti non sono in grado di indicare quando la procedura amministrativa in corso nell’ area Bissolati terminerà. La mancata bonifica dell’area della Bissolati e i tempi di una sua conclusione rappresentano l’inadeguatezza di chi deve garantire il rispetto della legge e la qualità ambientale del territorio. La Bissolati ha avuto e continua ad avere ingenti danni”.