Cronaca

"Mi strinse le mani al collo": in aula
per maltrattamenti a compagna

Maltrattava la compagna, verbalmente e fisicamente, con insulti, ma anche momenti di vera e propria violenza: al banco degli imputati è finito un uomo residente nel cremonese, difeso dall’avvocato Doriano Aiolfi. Martedì mattina il giudice ha ascoltato la testimonianza della vittima, Anna – nome di fantasia, ndr – una giovane donna residente sul territorio, che in seguito all’episodio è finita in una comunità protetta, ed è stata seguita da un centro antiviolenza, oltre che dai servizi sociali.

La relazione tra i due è iniziata nel luglio 2022 ed è proseguita per circa nove mesi, fino al febbraio del 2023. La giovane, che durante la relazione era rimasta incinta, ha ricostruito davanti al giudice l’incubo vissuto durante la relazione con l’imputato. Inizialmente, ha raccontato, il rapporto era sereno, ma dopo pochi mesi il compagno sarebbe diventato sempre più geloso e aggressivo. I litigi erano frequenti, più volte alla settimana: “Voleva che gli obbedissi in tutto, altrimenti si alterava”, ha raccontato.

Uno degli episodi più gravi sarebbe avvenuto nell’estate del 2022, quando il compagno, in preda alla gelosia, l’avrebbe afferrata per il collo con entrambe le mani e tenuta stretta per circa dieci minuti. In un’altra occasione, dopo un litigio, lui l’avrebbe rinchiusa in bagno per diversi minuti, liberandola solo dopo l’intervento telefonico della madre.

L’escalation di violenza e maltrattamenti è stata continua, fino al suo culmine, nel febbraio 2023, quando Anna era già incinta. Durante un rapporto intimo, la giovane si sarebbe rifiutata di continuare, scatenando la rabbia del compagno. In un impeto d’ira, avrebbe afferrato una copertura in metallo del fornello e gliela avrebbe scagliata sulla mano.

Innumerevoli anche gli episodi di maltrattamento verbale: “Lui era geloso, temeva che andassi con altri uomini, e mi insultava” ha raccontato. Come la volta che, di ritorno dai seggi elettorali, dove aveva lavorato come scrutatrice, aveva usufruito di un passaggio da parte di un collega della madre: episodio che aveva scatenato la furia del compagno.

Spaventata, la giovane aveva finalmente deciso di chiedere aiuto, rivolgendosi ai servizi sociali: era il 14 febbraio. Ed è stato proprio durante il colloquio con l’assistente sociale, che l’uomo ha dato nuovamente in escandescenze, telefonando ad Anna e intimandole di fare una videochiamata affinché potesse controllare dove si trovasse. Di lì è partita la segnalazione al centro antiviolenza, dove la donna ha trovato protezione.

E anche quando lei era tornata a casa per fare le valigie e andarsene, l’imputato avrebbe reagito con una scenata davanti ai familiari di entrambi. C’era stata poi la visita ginecologica a Milano, il giorno dopo, quando la donna aveva dovuto chiamare i Carabinieri di fronte alla violenza verbale di lui.

Anna ha anche riferito che il compagno faceva uso di cocaina nei fine settimana, mostrandosi spesso instabile e incline agli scatti d’ira. “Avevo paura che potesse uccidermi“, ha dichiarato.

Come lei stessa ha raccontato, anche dopo la rottura, l’imputato avrebbe continuato a cercarla. Si sarebbe presentato a casa della madre della vittima, bussando con violenza alla porta e chiedendo di vederla, e costringendo i familiari a chiamare nuovamente i Carabinieri. Per garantire la sua sicurezza, Elisa è rimasta in una struttura protetta fino a marzo 2023, prima di tornare dalla madre.

L’ultimo incontro con risale all’ottobre 2023, quando lui l’ha intercettata nei pressi del centro antiviolenza e le ha intimato di fargli vedere il figlio. Spaventata, la donna ha chiesto aiuto ai Carabinieri.

Oltre alla vittima, assistita per la parte civile dall’avvocato Marco Simoni, in aula hanno testimoniato anche la madre della giovane e l’assistente sociale che l’ha seguita. La prossima udienza è stata fissata per l’11 novembre, quando saranno ascoltati i vicini di casa, nonché lo stesso imputato.

Laura Bosio

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...