Politica

Caso Saap, Virgilio: "Ufficio
di presidenza aperto al pubblico"

Andrea Virgilio e la giunta comunale di Cremona

Un Ufficio di Presidenza, aperto alla stampa e al pubblico, per fare chiarezza sul caso Saap: a inserirsi nel dibattito infinito sulla questione delle cooperative, è il sindaco Andrea Virgilio, che evidenzia come sia “importante rispondere alle istanze di chiarimenti da parte della minoranza”, ma anche come sia “poco serio che, ancor prima di ottenerli, i soliti noti si abbandonino a sproloqui e insinuazioni gratuite”.

“Mai, nella storia di Cremona, una gara d’appalto per i servizi alla persona ha suscitato una reazione così eclatante” continua il primo cittadino. “Non è la prima volta che questi servizi vengono assegnati tramite gara, ma è la prima volta che l’esito ha visto prevalere un nuovo soggetto. Se ad aggiudicarsi l’appalto fossero state le cooperative uscenti, avremmo assistito alle stesse polemiche? La risposta è no. E da questo “no” si deve aprire un confronto pubblico e trasparente“.

Per il sindaco “ci troviamo di fronte a una fase nuova per il nostro territorio: nel settore dei servizi alla persona si affacciano grandi imprese sociali provenienti da altri territori. Ma è forse responsabilità della pubblica amministrazione se questi soggetti stanno diventando più competitivi anche sulla qualità dei loro progetti? Se possono elaborare proposte altrettanto positive in ambito sociale?

Mai come in questi mesi abbiamo assistito a pressioni politiche volte a influenzare il Comune di Cremona nella modifica delle modalità di assegnazione del servizio. Si è parlato spesso di accreditamento come strumento alternativo alla gara e anche come presunto meccanismo di salvaguardia delle realtà locali. Per queste ragioni mi chiedo: se prima arrivano gli interessi di alcune imprese sociali oppure del sistema dei servizi da erogare a soggetti fragili? Vogliamo parlare di come funziona il sistema di accreditamento del Saap là dove è utilizzato? Davvero garantisce sempre la centralità della persona?

Questa situazione impone una riflessione profonda sul modello di welfare locale. E questo oltre alla vicenda specifica. La gara d’appalto seguirà il suo iter, la sentenza avrà i suoi esiti e qualunque sia, il ruolo di un’amministrazione pubblica non è quello di piegarsi a interessi di parte, ma di garantire trasparenza, equità, rispetto delle regole e controllo sui servizi destinati ai più fragili.

Negli ultimi giorni si sono diffuse numerose falsità. Tra queste, il fatto che in questa vicenda abbiano prevalso le logiche di mercato, che il sistema dell’accreditamento alternativo alla gara garantisca la centralità delle famiglie; infine, il Comune è stato anche accusato  di non aver fornito indicazioni sulla gestione del servizio nelle ore immediatamente successive al rinvio del Tar. In realtà, gli attuali gestori non potevano interrompere lo svolgimento del servizio in assenza di una comunicazione del Comune in senso contrario.

Sorprendono, inoltre, le dichiarazioni di Alessandro Portesani, ex candidato sindaco ed ex imprenditore di una delle cooperative coinvolte nella gestione del servizio. In Commissione di Vigilanza sulla gara del Saap ha affermato, e cito testualmente:
“Ci piacerebbe conoscere nel dettaglio i contenuti di quelle interlocuzioni” (vedasi fra cooperative e Comune) “e anche il livello magari solo implicito di assicurazione che quella gara sarebbe andata bella dritta.”

Cosa intende Portesani? Cosa significa che la gara doveva andare “bella dritta”? Questo è il suo concetto di rapporto “virtuoso” tra pubblico e privato, tra mondo cooperativo e Comune? È a conoscenza di qualcosa di specifico? Ha ricevuto informazioni particolari? Lo spieghi, lo chiarisca, lo faccia in commissione. Troppo facile lanciare accuse senza assumersi mai la responsabilità delle proprie parole.
È il momento di ampliare il dibattito sulle prospettive del welfare locale. Al centro devono esserci le persone e la qualità dei servizi.

La questione fondamentale è chiara: i quattro milioni di euro destinati alle situazioni di fragilità e le altre risorse erogate dal Comune sono o no un patrimonio pubblico che l’ente locale deve gestire nel migliore dei modi? Vogliamo un welfare capace di generare alleanze virtuose tra pubblico e privato, valorizzando il terzo settore ma rispettando ruoli e competenze? In poche parole vogliamo avere rispetto dei perimetri di competenza?

Nella relazione con le scuole della città si cerca di porre attenzione educativa per tutti e non solo pratiche di cura per chi sta male. Questa è la sfida che abbiamo di fronte, per accompagnare, per integrare, l’educativa di plesso nasce grazie a questi presupposti.  Questi sono i temi su cui discutere pubblicamente.

Da sempre la continuità educativa, ad esempio, è una questione centrale. Non utilizziamola come scudo quando fa comodo, giacché chi ha chiesto la risoluzione del contratto in essere, a quanto pare, non si è posto inizialmente quel tema.

Parliamone concretamente: nell’incontro con le famiglie sono emerse non solo attestazioni di apprezzamento per il servizio nelle scuole, ma anche criticità già nel corso dell’attuale gestione. Un ente pubblico che eroga risorse dei cittadini ha o no il diritto di controllare quel lavoro, la sua qualità e i suoi esiti? Per la mia giunta la risposta è chiara: questo rimarrà sempre un punto fermo. Qualunque sia l’esito di questa vicenda, il dado è tratto” conclude Virgilio.

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