Cronaca

'Ndrangheta a Brescia: arresti
e sequestri. Indagato un cremasco

Dodici le misure cautelari eseguite e il sequestro preventivo di oltre 8,5 milioni di euro. E’ il bilancio dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Brescia che ha smantellato un’associazione per delinquere di matrice ‘ndranghetista operativa nel territorio bresciano che avrebbe organizzato una frode fiscale di oltre 365 milioni di euro nel settore del commercio delle materie plastiche. La guardia di finanza ha effettuato perquisizioni anche in provincia di Cremona. Tra i 71 indagati, anche un bresciano residente a Vailate.

“Siamo davanti ad imprenditori che non sono più vittime della ‘ndrangheta, ma alleati, che la cercano per frodare insieme il fisco”, ha detto il procuratore capo di Brescia Francesco Prete nella conferenza stampa in cui insieme alla guardia di finanza ha illustrato i risultati dell’operazione. Un’indagine iniziata nel 2019 dall’analisi dei conti di una società di Torbole Casaglia risultata fallita e attorno alla quale ci sarebbe stato un giro di riciclaggio internazionale di denaro.

Secondo la procura, i coinvolti nell’associazione legata alla ‘ndrangheta avrebbero costituito 70 società cartiere con sede a Brescia che permettevano a società reali di imprenditori bresciani di annotare fatture per operazioni inesistenti per frodare il fisco o per ottenere finanziamenti pubblici. Nel complesso si tratta di 365 milioni di fatture false che hanno prodotto per le cosche calabresi 8,5 milioni di utili.

Il giro partiva dall’Italia, transitava in Bulgaria e svaniva in Cina, anche a causa della mancata collaborazione nelle indagini, con duri scontri interni alla criminalità organizzata e un avvicendamento pilotato da Reggio Calabria nel monopolio delle cartiere.

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