Cronaca

Ponte di San Daniele, cantiere
promosso dopo il sopralluogo

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Lavori che proseguono spediti con termine previsto per primavera 2026.

Sopralluogo con esito positivo, quello fatto da una delegazione della provincia di Parma sul cantiere del Ponte “Verdi”, che collega la zona cremonese con San Daniele Po alla sponda emiliana di Ragazzola. L’infrastruttura, considerata particolarmente strategica sotto il punto di vista viabilistico, quanto economico e commerciale, è da alcuni mesi percorribile per un tratto di 500 metri a senso alternato e velocità ridotta per necessari lavori di messa in sicurezza. All’incontro erano presenti, insieme ad alcuni operai e ingegneri, diversi rappresentanti dell’ente provinciale parmense.

Tra loro anche il presidente Alessandro Fadda e il vicepresidente Daniele Friggeri, che è anche la delega ai lavori pubblici.
“Siamo qui – ha commentato Fadda – perché abbiamo preso un impegno importante all’inizio dell’apertura del cantiere ed è quello di monitorare in modo attento; ad oggi, possiamo dire che i lavori stanno rispettando i tempi previsti e quindi siamo assolutamente soddisfatti del come il cantiere stia andando avanti”.

Per ora sono stati rimossi la vecchia pavimentazione, i parapetti, la soletta e i marciapiedi nella corsia in direzione Cremona.
I lavori, finanziati dal Ministero delle Infrastrutture per 20 milioni di euro, prevedono interventi in 35 campati del ponte, il ripristino e potenziamento delle pile in acqua.
E se adesso, seppur con alcune difficoltà, il traffico prosegue, si vocifera il rischio di chiusura totale per un breve periodo durante l’estate; ipotesi su cui ancora non si è fatta chiarezza. “Non possiamo attualmente ancora escluderla, però stiamo lavorando affinché ciò non avvenga – ha detto a riguardo il vicepresidente Friggeri –la ditta ci sta dando garanzie di affidabilità e di prosecuzione costante del lavoro”.

“Ad oggi siamo nelle condizioni di poter dire con serenità – ha invece affermato il presidente Fadda – che il ponte non verrà chiuso, a meno di emergenze non considerabili; si è deciso di lavorare in questo modo appunto per evitare tutto questo”.

Andrea Colla

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