Cronaca

Centropadane Srl, approvate a
maggioranza modifiche a statuto

Nella foto di copertina, Alexander Nisi, presidente di Centropadane Srl, Roberto Mariani e Luciano Toscani (Foto e immagini Francesco Sessa)

Centropadane Srl cambia nome, diventa Centropadane Engeneering srl e si propone ai Comuni del Cremonese non solo per la progettazione di infrastrutture stradali, ma anche come partner per cogliere le opportunità della transizione energetica. Lunedì scorso il primo incontro con l’amministrazione provinciale, dove il presidente, il bresciano Alexander Nisi affiancato da uno dei consiglieri, Paolo Abruzzi e dal direttore generale Damiano Bonomelli, ha illustrato le prospettive di crescita ai membri del Consiglio provinciale presieduto da Roberto Mariani, che nei giorni precedenti aveva sostenuto la necessità di avviare una riflessione politica sulla società partecipata al 48% dall’ente cremonese e da quello bresciano.

Mercoledi poi il Consiglio provinciale ha discusso e approvato a maggioranza la modifica dello statuto della società, che amplia il raggio d’azione della stessa, includendo oltre alle opere infrastrutturali anche progettazione e gestione di lavori legati alla transizione ecologica (fotovoltaico ecc.). Obiettivo: far diventare la srl un vero e proprio braccio operativo dei comuni soprattutto di quelli che per dimensioni non dispongono di personale sufficiente per le progettazioni, per seguire le gare e per gestire i progetti in corso. Fermo restando che essndo a totale partecipazione pubblica, Centropadane opera in house providing e l’80% del suo fatturato deve provenire dai soci pubblici.

Le ragioni dell’astensione rispetto alle modifiche statutarie vengono così spiegate da Valeria Patelli, consigliera di minoranza di Forza Italia in Provincia e sindaco di Calvatone: “La nostra è stata un’astensione ‘collaborativa’, perchè non abbiamo nulla in contrario a tenere in vita la sociuetà, ma era necessaria prima di tutto la presentazione di un piano industriale per capire esattamente come stavano le cose. Stiamo parlando di una società  a totale partecipazione pubblica e l’interesse pubblico va tutelato. Nessun dubbio che ai Comuni e alle aree omogenee serva una società come questa, ma non è la modifica dello statuto ciò che occorre per far riprendere in tempi brevi una situazione economico finanziaria non facile“.

Il bilancio 2024 non è ancora stato approvato ma anche quest’anno servirà il contributo dei soci, essenzialmente le due Province, per ripianarlo. “Noi siamo disponibili al rafforzamento societario ma il processo andava gestito in modo diverso, interpellando prima i sindaci”, aggiunge. Tra i punti che restano da chiarire, ad esempio, c’è l’effettiva necessità di 20 dipendenti attualmente in forza alla società, tra ingegneri, geometri, amministrativi, e “di un Cda che costa 120mila euro l’anno per una società con un fatturato di 1 milione e mezzo”.
Giuliana Biagi


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