Cronaca

Anziana derubata col trucco delle
monete. "Incastrato" da un'impronta

Tradito da un’impronta trovata sul biglietto autostradale. Così gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Cremona sono riusciti ad identificare Alim Maycol, 32enne residente in un campo nomadi del piacentino, finito a processo per furto aggravato della borsetta di una 80enne, derubata con il trucco delle monetine dopo che aveva fatto la spesa, e indebito utilizzo della carta bancomat.

Caduta l’accusa di furto aggravato per la remissione di querela dovuta al risarcimento, è rimasto in piedi l’indebito utilizzo della carta bancomat, reato per il quale oggi il 32enne è stato condannato a 2 anni e 600 euro di multa, con la revoca della sospensione condizionale della pena.

Il 19 luglio del 2023, l’anziana aveva fatto spesa all’Eurospin di via Bergamo, aveva caricato in auto le borse e si era accomodata al posto di guida, pronta a partire. Improvvisamente qualcuno le aveva bussato al finestrino, dicendole che le erano cadute delle monete. Quando era scesa dal mezzo, i ladri, con un’azione fulminea, le avevano portato via la borsetta. Dentro, aveva spiegato la donna, c’era tutto: portafoglio, chiavi di casa, oggetti personali, e il numero del pin della carta di credito scritto sul retro della foto della figlia. L’anziana, disperata, aveva cominciato ad urlare. “Da quel giorno”, aveva riferito la donna,” non ho più vissuto bene. Esco e sono sospettosa, mi guardo sempre in giro”.

Due dei testimoni presenti alla fuga delle due persone a bordo della macchina diretta verso il centro cittadino avevano fornito alla polizia la targa. L’auto, come ha spiegato Luca Mori, sostituto commissario della Squadra Mobile, era una Citroen DS nera intestata ad una donna di Reggio Emilia con precedenti per furto. Quella vettura, in precedenza già oggetto di controllo tre volte, era condotta dall’imputato, che ha precedenti per furto e ricettazione.

Il sospetto degli investigatori era che Maycol fosse alla guida anche il giorno del furto all’anziana. “Furto che era stato commesso alle 10”, ha spiegato Mori. “Alle 10,32 qualcuno aveva prelevato 600 euro allo sportello di piazza Fiume con la carta postamat della vittima. Il passaggio della macchina è stato poi registrato alle 10,34 in ingresso al casello di Castelvetro Piacentino, con uscita alle 10,50 al casello di Piacenza Sud. Il conducente aveva inserito il biglietto allo sportello automatico“.

Su quel biglietto, gli uomini della Scientifica di Milano avevano trovato l’impronta del 32enne, e la sua foto segnaletica era stata riconosciuta da due testimoni su tre che lo avevano indicato come uno dei due ladri. “Per quanto riguarda invece le immagini estrapolate allo sportello di piazza Fiume“, ha spiegato Mori, “si vede un uomo con il cappellino e il volto coperto“. Un particolare, però, aveva destato l’attenzione degli investigatori: l’uomo ripreso dalla telecamera aveva al collo una collana a maglia, “compatibile”, secondo il sostituto commissario, “con la collana indossata dall’imputato nelle foto segnaletiche“.

A testimoniare al processo era stata chiamata anche la consigliera comunale area Lega Simona Sommi che quel giorno, prima dell’arrivo della polizia si era parata davanti alla macchina dei malviventi che si stavano allontanando dopo aver commesso il raggiro. “Erano due persone”, aveva raccontato in aula. “Mi sono qualificata e ho chiesto cosa stava succedendo. I due hanno accettato di mostrare cosa c’era nella loro auto, ma della borsa non c’era traccia”.

“Ad un certo punto”, aveva raccontato ancora la consigliera, “hanno preteso di andare via. D’altra parte non potevo impedirglielo. Hanno detto che dovevano andare a scuola a prendere il bambino, ma a luglio le scuole sono chiuse. Io sono una docente, lo so bene”. “Per questo episodio”, aveva spiegato la Sommi, “sono stata convocata in Questura, e lì ho descritto le due persone. Con loro avevo parlato e li ho visti bene in faccia. Quando mi hanno mostrato le foto segnaletiche li ho subito riconosciuti“.

Sara Pizzorni

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