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Alberto Rigolli, ginecologo impegnato da oltre 30 anni con “Medici con l’Africa CUAMM”, ha raccontato la sua esperienza in prima linea nell’ambito sanitario in Africa nella puntata del 27 gennaio di “Punto e a Capo” con Giovanni Palisto.
CUAMM, la più grande ONG italiana con cui Rigolli collabora, attiva nella promozione della salute delle popolazioni africane “ha visto miglioramenti significativi nel corso degli anni. Le strutture sanitarie sono cresciute – ha raccontato il medico cremonese – i medici sono più numerosi e l’accesso alla salute è migliorato, ma la mortalità materna e infantile rimane una delle sfide più gravi”.
In riferimento alla formazione dei medici, Alberto Rigolli ha sottolineato che per i giovani medici italiani e occidentali è fondamentale fare un periodo di esperienza in questi paesi perché dà modo di capire non una medicina “semplice” ma una medicina molto vicino alle persone nella quale “ti devi confrontare con le tue capacità umane e di diagnosi attraverso poche risorse. La formazione dei nostri medici è caratterizzata da un alto livello culturale – secondo Rigolli – ma da una scarsa praticità nel campo, la quale è fondamentale per risolvere in questi paesi determinate situazioni”.
Quando si parla di Africa -sostiene il medico cremonese -non solo in ambito sanitario ci sono molti stereotipi e pregiudizi, tramite la sua esperienza il medico ha confermato che “sono paesi con enormi risorse, ma la risorsa più grande che hanno è la gioventù”.
Un’esperienza, quella del medico, che si riflette anche nel libro “Africa Andata e Ritorno”, che raccoglie 30 lettere scritte da medici e volontari a familiari e amici, per una riflessione a 360° sulle sfide, ma anche sulle soddisfazioni che i medici vivono nell’affrontare un sistema sanitario fragile, ma ricco di umanità e voglia di riscatto.
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