Cronaca

Il vescovo Napolioni: “Continuiamo
a vivere, crescere, amare, sperare”

L’intervista al vescovo Napolioni nel Tg di CR1

Nel giorno di Natale il vescovo di Cremona, Monsignor Antonio Napolioni, ai microfoni di CR1, fa un bilancio dell’anno che si sta concludendo. “Un anno di ordinario lavoro alle sfide del nostro tempo, che sono in parte quelle di sempre e cioè vivere e crescere e amare, sperare, in parte condizionate dai grandi avvenimenti mondiali”: ha detto il presule, intervistato dal direttore Simone Arrighi.

Il vescovo ha poi parlato di carità, e di Sant’Omobono, e della grande richiesta che l’iniziativa La borsa di Sant’Omobono sta riscontrando. Questo, per il vescovo, “ci dice che siamo in una società che produce ingiustizie, che produce poveri, produce malattie psichiatriche, produce solitudini. E quindi, a maggior ragione, si devono moltiplicare gli sforzi di chi può e chi, grazie alla provvidenza, alle sue capacità al lavoro, può disporre per sé ma anche per una condivisione con i più deboli”.

Per quanto riguarda l’accoglienza, il vescovo ha ribadito come sia importante continuare a lavorare insieme, come si sta facendo alla Casa dell’Accoglienza: “Grazie alla Fondazione Arvedi Buschini siamo abbiamo iniziato i lavori di risistemazione complessiva di una struttura che da quarant’anni presta un servizio essenziale a tutto il territorio e che va aggiornata”, ha detto Napolioni.

Tra le tematiche affrontare, il turnover dei sacerdoti che interessa la nostra Diocesi: “Noi abbiamo la fortuna di avere ancora un presbiterio numeroso, disponibile, abituato a servire la dalla zona bergamasca a quella mantovana, al di là della propria estrazione” ha spiegato il Vescovo. “E quindi io non posso che ringraziare tutti i nostri preti, diaconi, per questa bella abitudine, non all’obbedienza al vescovo, ma al servizio alle comunità”.

E a proposito di comunità, fondamentale è il lavoro su quelle energetiche: “Allenarsi in ogni campo a queste forme di sinergia, essenziale dal punto di vista della produzione di energia pulita e che metta a regime tutte le risorse di un territorio. Tutto questo è fondamentale”.

Guardando al 2025, infine, il vescovo augura ai cremonesi “di commuoversi insieme, ma dal profondo del cuore, davanti al dono di questo bambino, un Dio che si fa bambino in ogni tempo e che ci si ripropone in ogni bambino, in ogni piccola storia”.

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