Cronaca

A San Pietro da ammirare il
presepe ricco di simbolismi

Chi entra nella chiesa di San Pietro a Cremona può scoprire un presepe ricco di simbolismi che racconta il rapporto tra Dio e l’uomo, di Gesù che lo invita a entrare in comunione con lui, così come avviene anche durante la Santa Messa, quando i fedeli raggiungono il tabernacolo per ricevere il corpo di Cristo. Alla vigilia del Natale a raccontarlo è Paolo De Cicco, che da 23 anni allestisce e fa vivere questo presepe con il suo messaggio ai fedeli.

“Rappresenta Dio Trinità che si fa uomo e dal tabernacolo abbraccia tutta l’umanità. L’umanità è rappresentata dalle due cascine, una citazione a don Primo Mazzolari che vedeva nella cascina un insieme di famiglie, quindi di rapporti umani. In queste due cascine viene rappresentato da una parte il frumento e dall’altra parte l’uva, che sono i segni eucaristici di Gesù. Poi questi segni confluiscono verso la grotta, con l’uva a grandezza naturale, il frumento e i due personaggi, che sono un uomo con il cesto pieno di uva e una donna col cesto con il pane”, racconta De Cicco.

“È quasi un invito ad entrare verso la natività, è un entrare in comunione con Gesù. È esattamente come si verifica durante la Messa quando il cristiano va a prendere la comunione verso il tabernacolo. Queste le due similitudini rappresentate”.

Per don Antonio Bandirali, parroco dell’Unità pastorale di S. Omobono, “Il Presepe ci ricorda quanto dobbiamo custodire il mistero della nostra salvezza, Dio che si fa carne, l’infinito che entra nel finito. Questa è un’espressione di Papa Benedetto XVI, anche recuperata da Papa Francesco nell’ultima enciclica. È sicuramente una cosa molto importante perché quando ci dimentichiamo di essere custodi di questo mistero, allora la vita perde davvero di senso e di valore.

Per questo tante volte proprio non siamo capaci di avvicinare le persone riconoscendo che sono custodi di questo mistero che è la vita di Dio”, ricorda don Antonio. “Ringrazio tanto coloro che hanno realizzato questo presepio, Paolo, Enrico, Michela, Daniele, che anche quest’anno, patendo un bel po’ di freddo, si sono messi qui in questa chiesa e per tante settimane hanno lavorato per realizzarlo”.

Nicoletta Tosato

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