Morte di Lorenzo, i genitori: "Non
vogliamo vendetta, solo giustizia"
Sono ancora molto provati dal dolore, Cristina e Amos Pagliari, i genitori di Lorenzo, il giovane cremonese dipendente dell’Ocrim stroncato un anno fa dalla malaria di rientro da un viaggio di lavoro in Camerun. “A mio figlio penso sempre, tutti i giorni, è il mio pensiero fisso”, ha detto papà Amos. “Non vogliamo vendetta, ma solo giustizia. Perchè morire di malaria oggi è una cosa assurda”.
Papà e mamma, con grande commozione, hanno voluto ricordare che persona straordinaria era Lorenzo. “Era una persona splendida, solare, ed era impossibile non volergli bene“, ha detto mamma Cristina. “Conosceva tantissime persone in città, gli amici gli erano molto legati, era sempre disponibile ad aiutare chiunque, si trascurava per essere sempre a disposizione di chi gli chiedeva qualcosa.
Lorenzo amava i viaggi, sei mesi all’anno era via. Ha iniziato con il lavoro nel 2005. La sua prima trasferta è stata in Sardegna, poi in Algeria, l’anno successivo in Iran. E’ partito con il botto. Ma quando era a casa era un festaiolo. Usciva con gli amici, aveva diverse compagnie. Ha vissuto la sua vita in pieno“.
“Quando era a casa, però, in particolar modo quando mia moglie è andata in pensiona”, ha ricordato il papà, “rinunciava alla mensa della ditta per venire a casa a mangiare e stare con i suoi genitori. Nonostante viaggiasse spesso, oltre a noi, era molto legato alla sua città. Apprezzava molto Cremona, così come apprezzava molto anche la cultura, le mostre.
Quando viaggiava portava gli amici a vedere tutti i musei nelle città d’arte, apprezzava le cose belle. Ci ha dato anche diversi consigli, lui desiderava che noi viaggiassimo, ci teneva molto. Con gli amici era sempre lui che organizzava eventuali viaggi, era un uomo di mondo. Ha avuto una vita intensa, lavorava con passione e aveva tanti interessi. L’affetto che ha distribuito è stato ripagato e tutt’oggi esiste”.
“Speriamo”, si sono augurati Cristina e Amos, che in futuro vorrebbero realizzare iniziative in ricordo del loro amato figlio, “che si riesca ad avere giustizia anche nei confronti di tutti lavoratori e che non succeda mai più quello che è successo a Lorenzo“.
Sara Pizzorni