Vittima dei "bulli" in oratorio:
"Mio figlio ricattato e minacciato"
Nel processo per estorsione ad un 27enne hanno testimoniato l'ex parroco del quartiere e i genitori della presunta vittima
“Mio figlio è stato aggredito, ricattato e minacciato. Ha subito violenze fisiche e psicologiche”. Sono le parole pronunciate oggi in aula dal papà di un cremonese di 29 anni, presunta vittima di estorsione da parte di un 27enne straniero nato a Cremona che avrebbe approfittato della fragilità del ragazzo per farsi consegnare del denaro. Somme via via crescenti, fino ad arrivare ad un ammontare complessivo di 20.000 euro. I fatti contestati vanno dalla fine del 2019 a luglio del 2022.
I due ragazzi abitavano nello stesso quartiere e si erano conosciuti all’oratorio San Francesco del quartiere Zaist. Inizialmente l’imputato avrebbe chiesto piccole somme per urgenze momentanee, ma poi le richieste sarebbero diventate sempre più costanti e consistenti, con chiamate quasi tutti i fine settimana. Il 29enne, che aveva già testimoniato in aula, si era lasciato intimorire. “Gli dicevo di sì perchè mi faceva paura”, aveva detto.
I genitori del 29enne si erano accorti che qualcosa non andava dall’estratto conto della banca che indicava numerosi prelievi fatti dal ragazzo: 650, 550, 900, 850e euro. “Mio figlio si è fatto prendere dalla paura”, ha riferito oggi la mamma. “Quel ragazzo pretendeva dei soldi perchè aveva debiti con altre persone“, ha detto a sua volta il padre della presunta vittima. “L’imputato lo ricattava, gli diceva che se non gli dava il denaro lui sarebbe andato a dire sia a noi che ad altre persone che mio figlio rubava i soldi in casa”.
Per l’accusa, il 27enne si sarebbe fatto consegnare il denaro dietro la minaccia di divulgare ai genitori e ai suoi amici false notizie sul suo conto, come ad esempio che facesse uso di sostanze stupefacenti o che fosse omosessuale.
In passato il ragazzo avrebbe subito violenze fisiche e psicologiche da un gruppo di ragazzi in oratorio, tra cui c’era anche l’imputato, che avrebbe avuto il ruolo di capo. Oggi in aula ha testimoniato anche l’ex parroco, che ha descritto il 29enne come un “ragazzo fragile” e che ha parlato di “atteggiamenti prevaricanti” in oratorio quando era molto frequentato da stranieri. Secondo il don, l’imputato era un punto di riferimento, tanto che gli aveva chiesto di diventare una sorta di mediatore.
Per l’ex parroco, il ragazzo “fragile” era stato costretto a giocare alle scommesse e a metterci i soldi. “Quando si è rifiutato”, ha testimoniato il don, “mi ha raccontato di minacce e di continue richieste di denaro”.
Il 26 luglio del 2022 il giovane, accompagnato dai genitori, si era presentato in Questura per sporgere denuncia.
Nel processo, il 29enne si è costituito parte civile attraverso l’avvocato Vito Alberto Spampinato, mentre l’imputato è assistito dall’avvocato Massimo Tabaglio. Il 27enne si difenderà il 19 febbraio, data in cui è prevista anche la sentenza.
Sara Pizzorni