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Si terrà venerdì prossimo, esattamente tra una settimana, in tribunale a Brescia, l’interrogatorio di suor Anna Donelli, 57 anni, originaria di Cremona, della congregazione delle suore della carità, arrestata ieri nell’ambito dell’inchiesta della procura di Brescia che con 30 ordinanze e il sequestro di quasi 2 milioni di euro ha fatto luce su presunte infiltrazioni mafiose nel tessuto economico bresciano. La religiosa, figura nota nell’ambiente carcerario per il suo lavoro all’interno del carcere di San Vittore di Milano, è ai domiciliari con l’accusa di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso.
Contro di lei non ci sono elementi concreti, ha sostenuto il suo legale, l’avvocato Robert Ranieli, che ha parlato della buona fede della sua assistita. Per l’accusa, la religiosa avrebbe approfittato del suo ruolo di assistenza ai detenuti per veicolare fuori e dentro il carcere messaggi tra i membri della cosca calabrese dei Tripodi.
Intanto oggi si è avvalso della facoltà di non rispondere, Francesco Tripodi, considerato uno dei riferimenti della cosca della ‘ndrangheta radicata in provincia di Brescia e arrestato con il padre Stefano. Francesco Tripodi è detenuto nel carcere di Piacenza, mentre il padre è a Opera e sarà interrogato nei prossimi giorni.
L’inchiesta bresciana è durata tre anni, con intercettazioni telefoniche e ambientali e tanti servizi di osservazione, accertamenti patrimoniali e dichiarazioni di chi ha deciso di collaborare con la magistratura. Tra questi c’è Mirko Legina, che a Cremona era stato arrestato nel 2021 nell’indagine “Donkey” sulle auto rubate e cannibalizzate. Lo scorso 12 novembre, Legina, bresciano, ladro d’auto, aveva testimoniato al processo.
Sara Pizzorni