Pizzetti ricorda Abeni: "Ha difeso
il prestigio delle istituzioni"
Un ricordo da amico e da allievo di scuola politica, quello rivolto a inizio Consiglio Comunale da Luciano Pizzetti ad Evelino Abeni -politico cremonese con lunga militanza del Pci – scomparso nei giorni scorsi.
“Abeni è stato una persona molto attiva e impegnata nella comunità cremonese. Dagli anni sessanta fino al termine degli anni Novanta è stato un protagonista di primo piano di elevato livello intellettuale e morale. Era dirigente del Partito Comunista Italiano negli anni del terrorismo imperante culminato col rapimento e l’assassinio di Aldo Moro. Un convinto sostenitore di Enrico Berlinguer dentro il partito. Ma oggi in quest’aula, noi lo vogliamo ricordare come politico impegnato nelle istituzioni e come uomo di cultura.
E’ stato consigliere comunale dal 1965 al 1980. Ha ricoperto il ruolo di capogruppo del PCI dal 1970 al 1975. E’ stato Vicesindaco nella Giunta guidata da Zanoni. Per sei anni è stato membro del Consiglio di amministrazione del Teatro Ponchielli. Nel 1980 è stato eletto consigliere regionale, incarico che ha ricoperto per due mandati, occupandosi di sanità, è grazie al suo impegno che è stato realizzato l’ospedale Oglio-Po.
Dal 1990 al 1995 è stato eletto consigliere provinciale ricoprendo il ruolo di Assessore all’ambiente. Evelino Abeni ha passato gran parte del suo impegno politico nelle istituzioni. Le ha rispettate e onorate col suo impegno. Era un anticonformista quando esserlo non era comodo.
Amava la battaglia delle idee: convinto sostenitore delle proprie e rispettoso di quelle degli altri. Perciò si è guadagnato rispetto e considerazione sinceri da amici e avversari. Era una personalità poliedrica impegnato in politica, attivo nello sport, cultore della musica lirica e del bel canto.
Ha dato alle stampe libri sui più importanti cantanti lirici cremonesi: i baritoni Mario Basiola e Aldo Protti, il basso Giuseppe Modesti. Proprio la storia di Aldo Protti è emblematica e dice quanto Abeni fosse intellettualmente onesto e non metteva la cultura al servizio della politica. Aldo Protti era considerato da Abeni un grande baritono. Il suo passato repubblichino era evidente ma controverso il suo operato nel regime di Salò. In particolare la sua partecipazione ai rastrellamenti in Val di Susa, dove operavano molti partigiani cremonesi, alcuni dei quali trucidati. Partecipazione comunque esclusa da una indagine storica. Abeni ben conosceva il passato di Protti, ciò non di meno lo considerava un grande baritono di fama mondiale, una targa lo ricorda al Teatro Ponchielli.
Quando negli anni 2000 vi fu la proposta di dedicare una via cittadina a Protti si aprì una grande discussione. Alla fine, unanimemente, la Commissione Toponomastica decise. Abeni sostenne e difese quella scelta in contrasto con molti esponenti della sinistra. La differenza politica, idee e colore tra Abeni e Protti era incolmabile, ma Abeni fece prevalere le ragioni dell’arte con una netta differenza dal giudizio politico. Ecco, questo era Evelino Abeni una personalità del PCI, della sinistra, dalle profonde convinzione un amante dell’arte e del bel canto.
Una bella persona che ha onorato e difeso il prestigio delle Istituzioni. Perciò lo ricordiamo oggi in quest’Aula. Con stima e gratitudine. E per me con grande affetto. Fu lui ad insistere e a convincermi ad impegnarmi politicamente. Alla famiglia giunga il cordoglio dell’intero Consiglio comunale, in particolare alla moglie Alma, al figlio Fabio alla sorella Rosalina”.