Il futuro del nucleare: dibattito
a "La Piazza" di Cr1
I mini reattori di ultima generazione, le fonti rinnovabili, le battaglie di ieri e di oggi ma soprattutto il futuro dell’energia nucleare in Italia. Queste alcune delle tematiche al centro dell’ultima puntata de La Piazza, programma di approfondimento di Cr1, andata in onda in diretta nella serata di mercoledì.
Un’ora di dibattito, su uno tra gli argomenti più sentiti del momento, con protagonisti alcuni esponenti del mondo industriale e ambientale cremonese e non. Tra loro, l’ex funzionario europeo Paolo Bergamaschi e il presidente di Confindustria Cremona Stefano Allegri. Dalla vicina ex centrale di Caorso al costo dell’energia, diversi gli spunti di discussione.
“La COP 28 e adesso la COP 29 stanno dicendo che l’unica soluzione da proporre in un mondo in crescita di consumo di energia – ha affermato, in corso di discussione Allegri – è un’energia che abbia zero emissioni di CO2; si sono concentrati sul nucleare perché oggi la individuano come unica fonte, come unico vettore di transizione per arrivare poi a qualcosa che sia anche diverso”.
“Per quanto riguarda i costi – prosegue il presidente degli industriali – l’energia nucleare sta diventando competitiva. Gli SMR (small modular reactor) che sono reattori di piccola dimensione, hanno un costo stimato che è tra i 90 e i 100 euro al megawattora; con le rinnovabili è invece tra i 70 e gli 80. La differenza però è che con le rinnovabili l’energia esiste nel momento in cui la fonte, quindi il vento piuttosto che il sole, sono presenti”.
“Ricordiamoci che non solo c’è stato il referendum nel 1987, ma ce n’è stato uno anche nel 2011 – ha risposto Bergamaschi, riportando alla memoria i voti popolari che hanno bloccato il nucleare in Italia – adesso si cerca di ribaltare quella posizione; è quindi prima di tutto una questione preliminare, politica, secondo me insormontabile”.
“In secondo luogo – continua l’antinuclearista – si discute oggi di una tecnologia che non c’è; gli SMR, infatti, sono ancora in fase sperimentale. Si fanno stime su variabili che non si possono tenere in considerazione fino in fondo: tra gli altri aspetti, ad oggi non sappiamo ancora quanto ci costerà il combustibile nucleare (l’uranio) nel 2035, quando dovrebbero entrare in funzione gli Smr. Sole e vento, invece, sappiamo quanto ci costano oggi e quanto ci costeranno domani”.
A partecipare alla discussione, in collegamento dal centro culturale contadino di Valle di Casalmaggiore, anche alcuni che, nel 1983, manifestarono contro la costruzione di una nuova centrale nucleare in zona casalasco viadanese. Tra loro, Ettore Masseroni, Valter Cavalli e Angelo Angiolini (antinuclearisti dalla prima ora) e Damiano Chiarini, figlio di Umberto e architetto specializzato nel settore dell’efficientamento energetico.
Per parlare dell’ex centrale nucleare di Caorso (di proprietà di “Sogin”), dove da alcuni giorni sono ripresi i lavori di smantellamento, l’ex sindaco e consigliere regionale in Emilia Romagna Fabio Callori. Tra pro e contro, il nucleare ha presto acceso gli animi dei presenti, in una discussione che continua a tenere banco anche a livello nazionale.
Andrea Colla