Omaggio ceri e pellegrinaggio in
cripta: Cremona celebra il patrono
Solenne Pontificale questa mattina in Cattedrale per la festività di S.Omobono, patrono della città. Recuperando un tratto divenuto ormai tradizione, nella sua omelia il vescovo Napolioni ha proposto ai fedeli una riflessione in forma di lettera “scritta” in prima persona dal Santo.
Come da tradizione la celebrazione delle 10.30 è stata preceduta dall’accoglienza delle autorità civili che hanno portato i ceri in omaggio al patrono da parte di don Attilio Cibolini sulla soglia della Cattedrale. A portarli in cripta, il sindaco Andrea Virgilio insieme alla Giunta e al presidente del Consiglio Comunale Luciano Pizzetti e con il prefetto Antonio Giannelli, il presidente della Provincia Roberto Mariani e i rappresentanti delle forze dell’ordine.
«Con grande semplicità ma anche con grande coscienza delle nostre responsabilità ci ritroviamo qui, al cuore della nostra città e della nostra diocesi» ha esordito il vescovo Napolioni nel suo saluto, alla presenza del vescovo emerito Lafranconi e del Capitolo della Cattedrale. Il vescovo ha quindi introdotto il gesto dell’accensione della candela, simbolicamente effettuato dal primo cittadino in rappresentanza di tutta la comunità civile: «È quella luce di cui abbiamo bisogno, la luce degli uomini di Dio, della pace e della concordia, degli uomini e delle donne buoni e santi, che non piovono dal cielo ma fioriscono dalla terra». Proprio come Omobono, il «patrono laico» – ha quindi osservato lo stesso Napolioni introducendo la Messa – a cui la città guarda «fiera grata e attenta», come «uomo di carità, pace e preghiera, che sa trattare le cose del mondo alla maniera di Dio».
Alla figura di Omobono, sulle cui spoglie sorge l’altare della Cattedrale, e la cui figura campeggia nel grande affresco dell’abside accanto al Cristo Pantocreatore, guarda una Cattedrale gremita ben oltre la disponibilità di posti a sedere dei fedeli che fin dal primo mattino hanno iniziato il pellegrinaggio silenzioso e devoto verso la sua tomba nella cripta, aperta alla preghiera fino alle 19, grazie anche al servizio d’ordine dell’Associazione nazionale carabinieri di Cremona.
«Carissimo Papa Francesco, ti scrivo insieme a tutta la Chiesa di Cremona, di cui da più di otto secoli sono il Patrono», così dunque inizia la lettera di Sant’Omobono al Papa che il vescovo Napolioni legge alla comunità: «Ti scrivo perché sono felice di rimarcare la provvidenziale coincidenza che unisce il 13 novembre, giorno in cui la Chiesa di Cremona mi festeggia come Santo, alla Giornata mondiale dei poveri, che quest’anno celebrate il 17 novembre. Anche quassù è giunta eco del messaggio che hai scritto per tale VIII giornata, e senza falsa umiltà, sembra che tu stia descrivendo proprio la mia piccola vita e la spiritualità che l’ha animata. Ad essa guardano ancora i cristiani cremonesi».
Una consonanza profonda, dunque, tra la testimonianza di Omobono che attraversa i secoli e il messaggio di Papa Francesco. Un’unione che si fonda su tre fondamenta: «Preghiera, poveri e pace: queste erano le passioni maturate giorno dopo giorno nel mio umile cuore di uomo concreto della piccola borghesia cremonese. Mi fa impressione che poi, nei secoli, sia cresciuta dietro di me una comunità che ha imparato ad ideare e attuare tante iniziative di solidarietà, forme di prossimità, che ancora oggi colpiscono e impegnano». «E mi colpisce – aggiunge con un richiamo al tema scelto per la Giornata mondiale dei poveri 2024 – che tu oggi chieda a tutti di fare un passo in più, quello di “fare nostra la preghiera dei poveri e pregare insieme a loro…”».
Preghiera, pace e poveri: così, nello spirito di vicinanza per i bisogni tanto materiali quanto spirituali dei più fragili, durante la preghiera dei fedeli, il vescovo ha ricordato le numerose esperienze di carità che fioriscono sul territorio, con un pensiero dedicato al 160° di Croce Rossa Italiana, che nella Settimana della carità – celebrata in questi giorni in diocesi – si sta mettendo a disposizione con i propri volontari in una esperienza di collaborazione solidale con le Cucine benefiche della Società San Vincenzo de’ Paoli.
La celebrazione eucaristica – animata dal coro della Cattedrale diretto da don Graziano Ghisolfi e accompagnato all’organo dal maestro Fausto Caporali, e concelebrata, insieme ai vescovi e ai canonici, da numerosi presbiteri del clero diocesano – è quindi proseguita con il consueto segno del dono delle stoffe, presentate all’altare durante l’offertorio insieme a un’offerta da destinare alla Caritas diocesana da una rappresentanza dell’associazione artigiani cremonesi e, per la prima volta, anche da un gruppo di studenti della sezione Moda dell’Istituto A. Stradivari, in omaggio a Omobono patrono dei sarti.
Un omaggio che prosegue, al termine della Messa, conclusa dalla concessione dell’indulgenza plenaria, con il pellegrinaggio dei fedeli cremonesi alla tomba del santo nella cripta della Cattedrale durante tutta la giornata, in un continuo coro di preghiera che in particolare in questa giornata di festa unisce nella fede la comunità cittadina e diocesana; nel pomeriggio alle 17 il canto del Secondi Vespri presieduti sempre dal vescovo Antonio Napolioni e a seguire alle 18 l’ultima Messa della giornata presieduta dal parroco della Cattedrale don Antonio Bandirali.