Cronaca

Una comunità attonita stretta
alla famiglia di Francesco

Fotogallery Francesco Sessa

L’ultimo saluto a Francesco Bettoni è stato dato questa mattina, nella parrocchiale di Casanova del Morbasco, da una moltitudine di amici e parenti, ancora sconvolti per l’improvvisa morte del ragazzo colpito da malore martedi scorso mentre risaliva le scale di scuola e deceduto poche ore dopo all’ospedale di Brescia. Ed erano in tanti i compagni di Cr.Forma che questa mattina erano presenti ai funerali, celebrati dal parroco don Cristiano Labadini, insieme agli amici del paese dove la famiglia si era trasferita da qualche anno e a semplici conoscenti, colpiti dalla gravità di questa perdita. Tra i partecipanti, a nome di tutta la comunità sestese, il sindaco Carlo Vezzini e in rappresentanza della Provincia il presidente Roberto Mariani.

Un lutto che ha colpito tutta la comunità di Casanova stretta attorno a mamma Laura, papà Gabriele e alla sorella Elisa, che insieme ai nonni e agli zii hanno reso l’estremo omaggio allo sfortunato giovane.

“Piccola anima, ti vogliamo bene”, “Sorridi da lassù come hai sempre fatto”, queste alcune delle frasi scritte dagli amici sui palloncini bianchi e sullo striscione davanti alla chiesa.

“Siamo qui per dare a lui il nostro arrivederci. Salutandolo nella fede lo vogliamo ricordare, questo il modo per tenere viva la sua presenza”, le parole pronunciate dal parroco nell’omelia. “Con gli amici ha sempre avuto un rapporto speciale sin da bambino. Francesco sapeva esser amico, non immediatamente perchè era molto timido e per entrare in rapporto con lui ci voleva del tempo, ma una volta che i rapporti si scioglievano, ecco che la relazione si trasformava e volava. Custodiva i rapporti con le persone come un tesoro prezioso. Sapeva voler bene e farsi voler bene.

“Lo testimonia il numero di ragazzi che sono venuti a trovarlo in questi gorni, lo ricordano i suoi amici d’infanzia coi quali ha condiviso negli anni della scuola primarua  il catechismo e gli infiniti tiri al pallone … Bastava una piccola interruzione del catechismo che non lo si teneva più, correva libero nel piccolo campo d’erba dell’oratorio a giocare, coltivando una passione che per problemi fisici non ha mai potuto far diventare uno sport da praticare con regolarità”.  E il calcio lo seguiva anche da tifoso della Cremonese, che seguiva andando allo stadio, “amando la squadra della sua città. Con lui si stava volentieri, perchè non si imponeva e sapeva mettersi a disposizione, perchè sapeva mettere gli altri a proprio agio”.

Al termine della funzione, il lancio del palloncini in cielo mentre la salma si allontanava.
Giuliana Biagi

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