Cronaca

LD Reti da A2A ad AscoPiave
Sindacati dal Prefetto

C’è preoccupazione tra i sindacati per il futuro di LD Reti, la società di A2A che si occupa di distribuzione del gas in 99 Comuni di varie province lombarde, tra cui il capoluogo Cremona. Infatti si stringono i tempi per la definizione dell’offerta non vincolante arrivata la scorsa estate da parte di AscoPiave che aveva proposto l’acquisto di circa 490 mila punti di distribuzione gas in Lombardia attualmente in mano ad A2A, nelle province di  Brescia, Bergamo, Cremona, Pavia e Lodi. Fino ad ora le due parti hanno svolto il negoziato in esclusiva, con l’intenzione di arrivare ad un accordo vincolante entro il 15 dicembre.

I sindacati confederali avevano subito criticato questa scelta, bollandola come speculativa, in nome del carattere pubblico di A2A, azienda quotata in borsa ma che ha come soci di maggioranza i comuni di Milano e Brescia e fornitrice di servizi essenziali per cittadinanza.

La vendita di Ld ad AscoPiave preluderebbe inoltre al trasferimento dei circa 100 dipendenti operativi in provincia di Cremona, con la messa in discussione dei contratti integrativi di 2° livello attualmente in vigore e di altri diritti acquisiti in A2A. Come spiega il segretario generale della Filctem Cigl Giuseppe Santini,  “il passaggio da una realtà con 3mila – 4mila dipendenti ad una di 500 pone una serie di problemi e per questo abbiamo chiesto un incontro al Prefetto la prossima settimana. Altro motivo di preoccupazione è che poi nella società veneta possano confluire anche i lavoratori del ramo elettrico di LD Reti.”

 

Secondo il sindacato, alla base della scelta aziendale di A2A (che martedì prossimo a Milano presenterà l’aggiornamento del piano strategico 2024-2035) vi sarebbe la volontà di concentrare sempre più le proprie attività sulle fonti energetiche sostenibili.

Commentando l’annuncio dell’offerta non vincolante della scorsa estate, Furio Trezzi della Filctem Lombardia aveva dichiarato che “questa ipotesi di vendita mette a rischio almeno 250 lavoratrici e lavoratori e potrebbe non garantire il livello di efficienza nel servizio con conseguenti danni alla cittadinanza. La Filctem Cgil è profondamente contraria a questa operazione, che non ha nessun valore industriale e che mira solo a fare cassa. Ci domandiamo come le amministrazioni di Milano e Brescia, azioniste di maggioranza, possano avallare operazioni speculative di questa portata, vendendo un bene pubblico che rappresenta un servizio essenziale alle comunità”.
Giuliana Biagi

 

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