Borgo Loreto: i problemi
di un quartiere ai margini
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Deficit di integrazione tra italiani e stranieri, anche se finora mai sfociato in fatti gravi; tante situazioni borderline dal punto di vista economico, con persone senza lavoro o con lavori saltuari; spaccio di droga. Sono questi problemi che fanno da contorno al grave fatto di sangue avvenuto ieri pomeriggio nel caseggiato di via Patrioti 8, secondo un residente di lungo corso di Borgo Loreto. Giancarlo Storti vive qui da 50 anni, ha una storia di attivismo politico (ex sindacalista Cgil, attuale presidente dell’assemblea provinciale del Pd) ma in questo caso parla da residente con uno sguardo obiettivo su questo quartiere con una lunga tradizione di accoglienza, da quando negli anni ’50 furono alloggiati qui i profughi istriani. Proprio in quelle case che oggi ospitano le gravi marginalità sociali all’interno delle quali è maturato l’omicidio di Paolo Gamba per mano di Marco Viti, uscito dal carcere di Cremona da una decina di giorni e da due ospite in casa sua, con un passato da tossicodipendente e svariati precedenti: lesioni, rapina, ricettazione, stalking.
“Da tanti anni che abito qui, questa è la prima volta che vedo una cosa del genere. Sicuramente qui vivono persone molto fragili economicamente, senza legami sociali e molto emarginate“, afferma Storti, “bisognerebbe che chi esce dal carcere venga poi seguito nel suo percorso successivo. Qualche pattuglia di vigili in più non guasterebbe, ma i problemi non sono risolvibili principalmente con un aumento del controllo poliziesco, sono altre le strade che vanno seguite. La prima cosa da fare è capire come vivono le persone con gravi marginalità, e cercare di seguirle”.
Un quartiere con pochi servizi, primo fra tutti manca il negozio di alimentari: il supermercato (ex Billa) è ancora chiuso, dopo una serie di avvicendamenti e per gli anziani spostarsi fino a quello più vicino è un problema; inoltre è isolato dal resto della città essendo chiuso da una parte dalla tangenziale e dall’altra dalla ferrovia.
“Quanto successo non è legato specificatamente al quartiere di Borgo Loreto – aggiunge Storti – anche altrove ci sono problemi legati alla droga. Il fenomeno dello spaccio non è insito in questo quartiere ma ad alcuni personaggi che girano in quel mondo e si spostano da un quartiere all’altro”. Abbastanza buona invece la coesistenza di diverse culture e provenienze: “Abbiamo tre comunità religiose, quella cattolica, quella ortodossa e quella islamica, direi che tra di loro non c’è litigiosità, semmai una certa freddezza reciproca. A Cremona è stata fatta la scelta di non ghettizzare nessuno, cosa che condivido, ma di farle convivere negli stessi contesti e può succedere che qualche frizione ci sia. Ma in molti casi sono cose che fanno quasi sorridere, come i cremonesi che si lamentano degli odori che provengono dalle cucine.
Quanto successo ieri dunque “dipende da qualche situazione borderline che non è adegutamente sorvegliata. Ci vorrebbe una maggiore attenzione rispetto a problematiche che riguardano non solo gli stranieri ma anche tanti italiani”. gb