Vescovo e dirigenti a confronto
sulla scuola. Focus sulle criticità
Educazione, cultura, ma anche crescita e rispetto. Questi i temi al centro della mattinata di confronto tra il vescovo Antonio Napolioni e i dirigenti delle scuole, sia paritarie che statali, presenti sul territorio. Quello vissuto venerdì 25 ottobre al Centro pastorale diocesano di Cremona è stato un momento di condivisione e confronto in merito alle nuove sfide educative che caratterizzano il lavoro degli insegnanti e, più in generale, la crescita delle giovani generazioni.
«L’ordine del giorno è lo scambio di esperienze, narrazioni e testimonianza – ha spiegato il vescovo introducendo l’incontro prima di lasciare la parola ai docenti –. Solo lo scambio di verità ci aiuta». Un incontro – promosso dalla Pastorale scolastica diocesana guidata da don Giovanni Tonani – che ha lasciato spazio anche a domande e attese, anche nei confronti di comunità ecclesiale fatta anche di uomini e donne che vivono il Vangelo nella realtà scolastica, nell’ottica di «quell’alleanza educativa che non va mai data per scontata, ha bisogno di manutenzione e creatività».
Dirigenti di istituti scolastici, insegnati della scuola dell’infanzia e presidi delle scuole primarie e secondarie della città e della territorio hanno risposto all’appello del vescovo. Nel confronto sono emerse alcune criticità comuni, ma anche notevoli potenzialità che possono diventare la giusta strada da seguire.
Gli insegnanti si sono trovati concordi sul fatto che negli ultimi anni l’ostacolo più difficile da superare è quello dell’ostilità ingiustificata che molti studenti riservano ai propri insegnanti. Frasi ingiuriose, gesti non consoni all’ambiente scolastico e mancanza di rispetto sono comportamenti problematici che sembrano avere come denominatore comune la noncuranza delle famiglie e una svalutazione della figura dell’insegnate da parte degli alunni, e a volte, anche degli stessi genitori.
In aggiunta, l’uso incontrollato degli smartphone genera tensione negli studenti, che tendono a svalutare l’interazione con i compagni preferendo quella del social. «I modelli diventano quelli mediatici», ha rilevato il vescovo, «campioni di egocentrismo». La soluzione ai problemi che oggi affliggono la scuola secondo i presenti deve nascere da un maggiore coinvolgimento delle famiglie.
Non vanno però dimenticati gli insegnanti e il loro stare in prima linea. È stato quindi auspicato un controllo costante dello stato d’animo dei docenti perché possano sempre essere all’altezza del compito da svolgere, aiutandoli dove possibile con tecniche e strumenti che strizzano l’occhio ad una forma di insegnamento 2.0. Una risposta già diffusa e applicata è per esempio quella della rimodulazione delle tempistiche scolastiche: creare un orario giornaliero che non generi ansia e affanno può sicuramente migliorare il rendimento degli alunni e nello stesso tempo favorire il lavoro degli insegnanti.