Cronaca

Sciopero alla Prosus, Usb: "Non
ci fu alcuna forma di violenza"

Il prossimo 10 gennaio il giudice emetterà la sentenza nei confronti di 15 lavoratori della Prosus di Vescovato, 14 indiani e un egiziano, tutti accusati di violenza privata aggravata. Secondo la procura, l’8 e il 9 agosto del 2019, con presidi non autorizzati, avevano impedito fisicamente l’entrata e l’uscita degli automezzi carichi di carne, stazionando vicino al varco di accesso al cantiere attiguo all’azienda, costringendo Gianfranco Caffi, l’allora presidente del Cda, ad incontrare il delegato sindacale Roberto Montanari e a firmare un accordo con il quale si impegnava a sottoscrivere un nuovo appalto di servizi.

Il fatto trae origine dalle contestazioni nei confronti delle cooperative “Dharma” e “3T” che hanno in appalto la gestione di alcuni settori produttivi della Prosus e che forniscono alla stessa la relativa manodopera.

Nel procedimento, l’ex presidente Caffi si è costituito parte civile con l’avvocato Fabio Giarda, mentre gli imputati sono difesi dagli avvocati Paolo Brambilla, di Cremona, e Marco Lucentini, del Foro di Roma. Oggi la difesa ha prodotto al giudice la sentenza di assoluzione emessa il 3 giugno scorso per 20 lavoratori imputati nel processo “fotocopia” per i fatti accaduti nel maggio del 2019, quando gli operai erano sul piede di guerra “contro il sistema di appalti e cooperative all’interno dell’azienda”.

“Una vertenza sindacale anche aspra”, hanno detto i difensori, “ma con condotte attuate attraverso gli strumenti ordinari del diritto del lavoro“. A giugno, anche il pm aveva chiesto l’assoluzione: “non ci sono state  intimidazioni, non ci sono state minacce, solo una resistenza passiva”.

Oggi come ultimo testimone è stato sentito  il delegato sindacale Roberto Montanari, di Usb logistica, che ha raccontato che la situazione dei lavoratori era critica: “Si volevano unire una serie di rivendicazioni, in quanto c’erano dei lavoratori interinali che con il nuovo appalto non erano stati riassunti. Ma c’erano anche altri problemi, legati al mancato riconoscimento di diverse cose. Il problema di fondo è il sistema malato degli appalti”. “Quello alla Prosus, che ora è sotto procedura di fallimento“, ha ricordato Montanari, “è stato uno sciopero regolarmente indetto. I lavoratori non hanno messo in atto alcuna forma di violenza e i camion non erano stati caricati proprio perchè c’era sciopero”.

Era presente anche Montanari, la notte tra l’8 e il 9 agosto, quando i delegati avevano accettato di sedersi al tavolo delle trattative con il presidente Caffi. In quell’occasione era stata siglata una bozza di accordo tra Prosus e sindacato di base in seguito alla quale l’azienda aveva accettato di avvicendare la cooperativa “3T” con un altro fornitore di servizi, sottoscrivendo un nuovo appalto che garantisse la riassunzione a tempo indeterminato dei 19 lavoratori che non erano stati riconfermati dalla cooperativa.

Sara Pizzorni

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