Spettacolo

"Rapsodia Ungherese", successo
per il concerto di István Várdai

Si è aperto sulle inconfondibili note della Piccola serenata notturn” di Mozart, magistralmente eseguite dalla Franz Liszt Chamber Orchestra, il nuovo appuntamento di STRADIVARIfestival, che sabato sera ha portato nell’Auditorium G. Arvedi del Museo del Violino la blasonata compagine insieme al virtuoso dell’archetto István Várdai nel duplice ruolo di violoncellista e direttore nel concerto Rapsodia Ungherese.

Apprezzato dalla critica per “la gioiosa energia, il vigore ritmico e la grazia elegante” delle sue esecuzioni, Várdai ha entusiasmato il pubblico suonando uno strumento storico di scuola cremonese che per la prima volta è tornato nella città natale: il violoncello Antonio Stradivari “du Pré” 1673: “È un tale onore e un tale piacere suonare qui il violoncello Stradivari, che prima di me suonava la leggendaria Jacqueline du Pré e che ora è con me da sette anni, stasera portiamo tutto ciò che sentiamo e di cui siamo orgogliosi”, ha commentato l’artista.

Il programma ha messo in risalto le abilità espressive di Várdai con il Concerto in do maggiore per violoncello e orchestra di Haydn, proseguendo nella seconda parte sul vivace ritmo della Rapsodia ungherese n° 2 di Liszt fino a concludersi con Weiner e Popper. Non sono mancati i bis, invocati fra gli applausi.

Federica Priori

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