Economia

Crisi dell'auto: concessionarie
Stellantis scrivono a von der Leyen

Cesare De Lorenzi e Paolo Aramini ospiti a CR1 nella puntata di "Punto e a capo" di lunedì 7 ottobre alle ore 19:30

Mentre L’Unione Europea si spacca sui dazi alle auto elettriche cinesi, i Presidenti delle Associazioni dei marchi del Gruppo Stellantis (Abarth, Alfa Romeo, Citroën, DS, Fiat, Lancia, Jeep, Opel e Peugeot) hanno inviato una lettera-appello alla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Tra i firmatari compare anche il cremonese Cesare De Lorenzi, Presidente dell’Associazione Europea Citroën-DS. Di seguito riportiamo il testo della lettera inviata:

“Gentile Presidente della Commissione Europea, Onorevole Ursula von der Leyen,

Le scriviamo a nome delle reti di distribuzione europee di Abarth, Alfa Romeo, Citroën, DS, Fiat, Lancia, Jeep, Opel e Peugeot, tutte parte del Gruppo Stellantis.

Le aziende che rappresentiamo sono una componente essenziale del settore automobilistico, impiegando circa 13 milioni di persone, circa il 6,6% della forza lavoro europea. Attualmente, le reti di distribuzione di Stellantis stanno riscontrando notevoli difficoltà nel soddisfare i severi obiettivi per le vendite di veicoli elettrici (EV), imposti sia dal produttore che dalle imminenti normative UE, mentre le condizioni di mercato non supportano ancora tale crescita dei volumi.

I progressi tecnologici nei veicoli elettrici a batteria (BEV) e nell’infrastruttura di ricarica non sono allineati con le attuali esigenze della maggior parte dei potenziali clienti. Questa discrepanza ha contribuito a una riduzione della quota di mercato per i veicoli elettrici, come dimostrato dal crollo del 43,9% delle vendite a settembre 2024, nonostante la stabilità generale del mercato. In quanto punti di contatto quotidiani con i consumatori, assistiamo a una crescente riluttanza da parte dei clienti ad acquistare BEV.

Crediamo fermamente che gli obiettivi di riduzione della CO2 stabiliti per il 2025 non siano realizzabili nelle attuali condizioni di mercato. La mancanza di veicoli elettrici a batteria (BEV) accessibili, combinata con un’infrastruttura di ricarica insufficiente, ha creato un divario significativo tra i requisiti normativi e le capacità del mercato. L’elevato costo dei BEV, guidato dall’attenzione del settore sui modelli premium, ha ulteriormente ostacolato l’adozione di massa, rendendo questi obiettivi irraggiungibili entro i tempi previsti.

In qualità di distributori, siamo in contatto quotidiano con clienti finali che spesso rifiutano i BEV a causa di preoccupazioni su prezzo, autonomia e accessibilità. Ciò ci pone in una posizione contraria a quella del produttore che rappresentiamo, che rimane ottimista circa il rispetto di queste severe normative UE. Tuttavia, dal nostro punto di vista, è chiaro che il settore non è ancora pronto a raggiungere il volume necessario di vendite di veicoli elettrici. Questa crescente divergenza tra obiettivi normativi, prontezza del mercato e aspettative del produttore è motivo di preoccupazione. Non è stata quindi una sorpresa quando la maggior parte dei produttori europei, tramite ACEA, ha chiesto un rinvio di questi obiettivi, una proposta che sosteniamo pienamente.

Inoltre, l’attuale sistema di misurazione delle “emissioni di scarico” sembra incoerente con gli obiettivi di decarbonizzazione più ampi. A nostro avviso, un approccio olistico, che tenga conto dell’intero ciclo di vita della produzione, sarebbe più efficace nel raggiungere significative riduzioni di CO2.

Se il quadro attuale rimane invariato, i produttori dovranno affrontare significative sanzioni finanziarie. Queste multe porterebbero inevitabilmente a una riduzione dei volumi di produzione all’interno dell’UE, che a sua volta diminuirà drasticamente i volumi che noi, come distributori, possiamo vendere. Questo scenario creerebbe una situazione economica insostenibile per l’intero settore, minacciando posti di lavoro e aziende lungo tutta la filiera.

In conclusione, vi esortiamo rispettosamente a prendere in considerazione modifiche legislative che faciliterebbero una transizione più graduale verso gli obiettivi del 2035. Siamo fiduciosi che questo approccio consentirà un passaggio più sostenibile ed equo alla mobilità elettrica, a vantaggio di tutte le parti interessate. Apprezziamo la vostra attenzione alle nostre preoccupazioni e attendiamo con ansia la possibilità di un dialogo costruttivo.

Con i nostri più sinceri saluti,

André Figueiredo (AECP), Cesare De Lorenzi (ACCDE), Piero Carlomagno (ADEFCA), Andreas Barchetti (EURODA)”

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